Spagna: il 13 ottobre al via l’Incontro internazionale ebraico-cattolico a Madrid
“Le sfide per la fede nelle società contemporanee”: su questo tema si terrà a Madrid,
dal 13 al 17 ottobre, la 22.ma riunione del Comitato internazionale di collegamento
ebraico-cattolico. Obiettivo dell’organismo, informa una nota, è “incrementare il
lavoro congiunto tra cattolici ed ebrei nell’ambito del sociale e dell’antisemitismo,
con particolare attenzione per temi come la famiglia, l’educazione, i diritti umani,
l’ecologia, la giustizia, la carità e la libertà religiosa”. A rappresentare la Chiesa
cattolica saranno, tra gli altri, il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio
per la promozione dell’unità dei cristiani, il card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo
di Madrid, e il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, mentre per
parte ebraica saranno presenti numerosi rabbini, tra cui David Rosen, consigliere
del Gran Rabbinato di Israele e direttore dell'Istituto Heilbrunn per la comprensione
religiosa internazionale. La seduta inaugurale dell’incontro si terrà domenica 13
ottobre, alle ore 20.30, presso l’Hotel Intercontinental della capitale spagnola,
alla presenza di numerose autorità religiose, politiche e civili. Creato nel 1970,
sulla scia della dichiarazione conciliare Nostra aetate, dedicata alle relazioni della
Chiesa con le religioni non cristiane, il Comitato internazionale di collegamento
ebraico-cattolico tiene incontri periodici. L’ultimo risale al marzo 2011 e si è svolto
a Parigi, sul tema “Quarant’anni di dialogo: riflessioni e prospettive future”. Nella
dichiarazione congiunta rilasciata al termine di quei lavori, veniva evidenziato il
rapporto positivo iniziato con il Concilio Vaticano II e con la promulgazione della
Nostra aetate nel 1965. I partecipanti si soffermavano, poi, sulla così detta “primavera
araba”, riconoscendola segno di un’esigenza di libertà da parte delle nuovi generazioni
di quelle aree. Rifiutando, inoltre, ogni atto di violenza o di terrorismo perpetrato
“in nome di Dio”, il Comitato si impegnava a proseguire il lavoro per un futuro di
pace nella regione del Medio Oriente, ribadendo l’importanza delle buone relazioni
tra cristiani ed ebrei ad ogni livello e in ogni situazione. (A cura di Isabella
Piro)