Iraq. Chiesa assira al Patriarca caldeo: creiamo una Comitato congiunto per il dialogo
Soddisfazione per il rinnovato invito "al dialogo nel solco di una rinnovata unità",
condivisione e sostegno "nel raggiungimento dell'obiettivo" e una maggiore "vicinanza"
umana e spirituale da "fratelli in Cristo" e "figli e figlie di un'unica nazione".
Sono i punti salienti della lettera inviata da Mar Dinkha IV, primate della Chiesa
assira d'Oriente, a sua beatitudine Mar Louis Sako, patriarca della Chiesa caldea.
A metà settembre - riporta l'agenzia AsiaNews - Mar Sako aveva inviato un messaggio
di auguri per il 78mo compleanno della guida della Chiesa assira, manifestando al
contempo il "desiderio" della ripresa del "dialogo per l'unità". Una "necessità urgente",
ha aggiunto nell'occasione Mar Sako, di fronte "alle grandi sfide" che "minacciano
la sopravvivenza" dei cristiani in Medio oriente. Un invito raccolto con prontezza
da Mar Dinkha IV e rilanciato nella risposta inviata il 3 ottobre scorso, pubblicata
sul sito del patriarcato caldeo. Mar Dinkha IV sottolinea che l'unità è un "obiettivo"
da perseguire e per questo è necessaria una "azione comune" con la Chiesa caldea e
le "Chiese sorelle". In un futuro incontro con il patriarca caldeo, egli auspica una
"discussione approfondita" dei problemi e delle difficoltà dei cristiani in Medio
oriente e nel mondo. E propone di creare un "Comitato congiunto" per delineare i passi
da intraprendere. Il primate della Chiesa assira d'Oriente assicura infine "preghiere
speciali" per i cristiani d'Iraq e la pace a tutti i "figli e figlie" della Chiesa
irakena, vittime delle "tempeste politiche e dei rivolgimenti" che attraversano il
Medio oriente. Fra gli obiettivi che si celano dietro lo scambio epistolare, la volontà
di rinnovare il dialogo fra la Chiesa caldea e la Chiesa assira d'Oriente, per giungere
a una piena comunione ecclesiale fra i cristiani caldei - uniti al vescovo di Roma
- e quella assira. In passato si è avuto un confronto a livello teologico fra le due
Chiese, che è sfociato nella "Comune dichiarazione cristologica" del 1994; in essa
Giovanni Paolo II e il patriarca Mar Dinkha IV hanno riconosciuto la condivisione
di una medesima fede in Gesù e il mistero dell'Incarnazione, sancendo così di fatto
la ripresa dei contatti fra i due fronti. Ad oggi manca però ancora un vero e proprio
dialogo ecumenico ed ecclesiologico fra Chiesa caldea e Chiesa assira d'Oriente, pur
condividendo lo stesso patrimonio per liturgia e spirituaità. Come ha sottolineato
Mar Sako nel suo messaggio di auguri, alla base del dialogo vi deve essere un progetto
di "unità" senza il quale "non c'è futuro". L'unità è la base della "nostra presenza",
della difesa "dei nostri diritti e del nostro ruolo" in un Medio Oriente tormentato
da conflitti e divisioni. (R.P.)