Il card. Maradiaga: Papa Francesco testimonia che l’autorità è un servizio d’amore
Papa Francesco vuole una Chiesa che esca nel mondo per annunciare con coraggio la
Buona Novella. E’ quanto sottolineato dal cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga,
intervenuto lunedì sera - presso la Sala Marconi della nostra emittente - alla presentazione
del libro “Il Papa vicino”di don Michele Giulio Masciarelli, pubblicato dalla
Tau Editrice. Nel servizio di Alessandro Gisotti, ascoltiamo alcune
considerazioni del cardinale Maradiaga sulla riforma del governo della Chiesa:
Sinodalità.
E’ questa la parola chiave per comprendere la riforma che Papa Francesco vuole imprimere
al governo della Chiesa. Il cardinale ÓscarRodríguez Maradiaga, coordinatore
del “Consiglio di cardinali”, che si è riunito nei giorni scorsi in Vaticano con il
Papa, mette l’accento su come Francesco concepisca l’autorità:
“Per avere
autorità non è necessario nessun centralismo. L’autorità è un servizio di amore per
far crescere. Anche così, l’autorità del Santo Padre nella Chiesa non è la monarchia
assoluta, un ‘qui comando io’. E’ un autore: un autore che ogni giorno scrive una
nuova pagina di questo libro della vita e va aggiungendo, pagina dopo pagina, a una
Chiesa che è viva”.
Il porporato honduregno rammenta, dunque, che quello
dei giorni scorsi è stato solo il primo incontro del “Consiglio di cardinali” a cui
ne seguirà un altro a dicembre. C’è dunque molto da fare ancora. Conferma, tuttavia,
il metodo di lavoro, voluto proprio dal Papa in vista della riforma della Curia:
“Il
metodo é un sondaggio il più ampio possibile, di tutti i cardinali, vescovi, sacerdoti
e anche laici, ovunque, per avere il numero maggiore possibile di apporti per una
nuova riforma”.
Il cardinale Maradiaga ha ricordato quanto sia stata importante
la Conferenza del Celam ad Aparecida nel 2007, dove l'allora cardinale Bergoglio aveva
sottolineato l’urgenza di una Chiesa che non avesse paura di uscire da se stessa per
vincere la tentazione di una stanca autoreferenzialità. Rispondendo poi alle domande
dei giornalisti, il presidente di Caritas Internationalis si è, quindi, soffermato
sul tema della collegialità negli anni del post Concilio:
“Forse non c’è
stata l’opportunità di svilupparla perché c’erano interessi in altri punti, come per
esempio la riforma liturgica … anche tutto l’aspetto della pastorale sociale … certo,
c’erano tantissime cose. Ma adesso si pensa che sia giunto il momento”.