2013-10-07 14:53:42

Giornata Mondiale dell'Habitat: mobilità sostenibile per uno sviluppo equo


Riflettere sullo stato delle città e sul fondamentale diritto ad un alloggio sicuro ed adeguato. Questo l’obiettivo della Giornata Mondiale dell’Habitat indetta lunedì dalle Nazioni Unite. Nel suo messaggio, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ricorda in particolare l’importanza di un efficiente trasporto urbano per uno sviluppo sostenibile ed equo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

I tifoni, lo scorso mese, in Cina e nelle Filippine, le violente tempeste che hanno colpito a settembre le coste del Messico, il devastante passaggio nei Caraibi lo scorso anno dell’uragano "Sandy". Sono alcune delle recenti calamità che hanno duramente colpito diverse aree del mondo. In particolare secondo l’Onu, entro il 2050, la popolazione nelle grandi città costiere esposta a cicloni ed uragani raddoppierà arrivando ad oltre 680 milioni di persone. Un altro grave rischio è quello sismico che riguarda più delle metà delle grandi città. Strumenti imprescindibili, in questi mega agglomerati, sono per le Nazioni Unite un’attenta pianificazione e il contenimento dell’espansione urbana. Sfide cruciali sono anche quelle legate all’inquinamento e al traffico. La mobilità – scrive nel messaggio il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, – non è semplicemente legata all’incremento delle strade. Si tratta di organizzare sistemi più appropriati in grado di rispondere alle esigenze della maggior parte delle persone nel modo migliore e più equo favorendo, ad esempio, il passaggio dall’uso dell’automobile all’utilizzo di treni, autobus e biciclette. Padre René Manenti, direttore del Centro Studi Emigrazione, istituzione promossa dai missionari scalabriniani:

R. – Si deve cominciare a ragionare in termini di collettività. Quindi il mio bene arriva fin dove inizia quello dell’altro. Se il mio bene può essere messo in comune con il bene dell’altro, e questo nostro bene, alla fine, aiuta la natura o meglio “distrugge meno” la natura, è logico che questo va a vantaggio di tutti. Se io prendo la mia macchina e sono da solo, perché per me è comodo arrivare in un posto, e se ognuno prende la propria macchina, l’inquinamento logicamente aumenta. Se invece si ragiona facendo un piccolo sacrificio, un piccolo passo indietro, per cui non è la mia macchina il mio bene, ma è un autobus, che magari mi fa arrivare dieci minuti dopo, ma che comunque mi fa arrivare, l’inquinamento è ridotto al massimo, con un mezzo che porta cento, duecento persone. Io dico che questa è una questione di giustizia, è una questione di bene, una questione di rispetto dell’ambiente. E’ il bene comune che, in questo caso, diviene più importante del mio bene personale.

D. – Tra i “testimonial” di questa mobilità sostenibile, di questo ricorso al mezzo pubblico, rispetto al mezzo privato, abbiamo proprio un esempio eccezionale: Papa Francesco, molto legato al trasporto urbano, all’utilizzo della metropolitana, quando era cardinale a Buenos Aires...

R. – Sicuramente Papa Francesco per la personalità che ha, ma anche proprio per questo spirito di non pensare solo a se stessi e al proprio bene. Si può fare a volte un passettino indietro e questo bene può diventare il bene comune. C’è bisogno di un cambiamento di mentalità, di un cambiamento nel modo di fare. Probabilmente molte persone l’hanno già fatto, ma molti devono ancora farlo. Bisogna fare dei piccoli sacrifici, pensando nell’ottica del bene comune, dell’utilizzo comune delle risorse. Bisogna pensare che se si pensa solamente a se stessi e al proprio bene, anche Madre Natura prima o poi finirà di lasciarci spazio e di farci fare quello che vogliamo.

Il trasporto urbano - sottolinea infine l’Onu – è centrale per uno sviluppo sostenibile e per rendere le città accessibili e più vivibili.

Ultimo aggiornamento: 9 ottobre








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