Disabili, Bomprezzi: "La politica non faccia cassa sui più deboli"
"La politica
deve essere onesta e chiara, non si può fare cassa sulla parte più debole del Paese
che ha già pagato abbondantemente la crisi. C'è bisogno di un ripensamento forte e
in questo senso la politica è inadempiente. Il mondo della disabilità non sopporta
più che questi temi siano spazzati via dall'agenda in favore di temi che sembrano
solo di schieramento o predominio". Franco Bomprezzi, giornalista e presidente
della Ledha (Lega dei diritti delle persone con disabilità), commenta così
il discorso di Papa Francesco all'Istituto Serafico di Assisi e il suo appello a "mettere
al centro dell'attenzione sociale e politica le persone più svantaggiate". Il Papa
ha denunciato la solitudine di tante famiglie che debbono farsi carico di una persona
disabile. "Alla vigilia del varo della legge di stabilità - commenta Bomprezzi
- noi siamo sempre in attesa del rifinanziamento del fondo sociale che è praticamente
stato azzerato e del fondo per la non autosufficienza, per intervenire nei casi più
gravi e dotare le regioni di un minimo di disponibilità economica per poterla distribuire
nei casi più gravi, conosciuti sul territorio e dalla realtà di base". "E poi c'è
la definizione dell'Isee, di questo strumento di perequazione dei servizi rispetto
al reddito delle famiglie, che preoccupa perché si ha la sensazione che sia uno strumento
che toglie, invece di aggiungere". Nel suo discorso al Serafico il Papa ha anche
inserito il testo di una lettera ricevuta da un giovane disabile argentino, spiegando:
"nel cuore di questo ragazzo c'è la bellezza, l'amore, la poesia di Dio". "Noi
cristiani siamo ancora troppo tiepidi", commenta Gianna Bora, fondatrice dell'associazione
'Amici di Simone', nata per favorire l'inclusione ecclesiale dei disabili.
"Dovremmo imparare da Tommaso a non aver paura di 'sporcarci le mani', mettendo il
dito nella piaga di Gesù. E cioè imparare ad accompagnare e non solo accogliere le
persone più deboli, i disabili, gli emarginati. Questo significa - come ci chiede
il Papa - opporsi alla cultura dello scarto". (A cura di Fabio Colagrande)