Il Papa: la pace di San Francesco non è un sentimento sdolcinato. Commento dello storico
Franco Cardini
Durante la sua intensa visita ad Assisi il Papa ha tenuto a definire i tratti distintivi
di san Francesco, la cui figura è stata spesso soggetta ad interpretazioni lontane
dalla realtà. “La pace francescana – ha detto – non è un sentimento sdolcinato e neppure
una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo. La pace di san Francesco
è quella di Cristo”. Il Pontefice ha invitato tutti a spogliarsi, sulle orme del Poverello,
dalla “mondanità spirituale”. Paolo Ondarza ne ha parlato con lo storico Franco
Cardini autore del libro “Francesco d’Assisi”:
R. – Il San
Francesco che, purtroppo, circola, è un 'santino': il suo è un pacifismo sterile,
è un pacifismo senza forza. Francesco invece si oppose con forza al suo tempo e il
suo tempo è l’alba della modernità. Anche nella sua Assisi, nella sua Italia stava
nascendo la grande rivoluzione moderna: la rivoluzione che mette al primo posto la
ricchezza. Quella povertà che Francesco abbraccia, non è soltanto la rinuncia ai beni
materiali: è la povertà nei senso della rinuncia alla volontà di potenza, che invece
nel nostro Occidente è andata proprio crescendo! Quello che sta dicendo Francesco
– Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio – è che ormai bisogna rendersi conto che la
via dell’individualismo, la via del materialismo, la via dell’usura, delle truffe
finanziarie, la via di questo mondo sta finendo! I morti di Lampedusa sono quelli
che pesano in questo discorso: questa gente, a Lampedusa, è morta proprio per mano
di quelli che Papa Francesco aveva denunciato con chiarezza l’8 luglio in visita sull’isola:
i figli di Caino! E i figli di Caino siamo tutti noi nella misura in cui non comprendiamo
che questa è una battaglia epocale, che coinvolge l’intera umanità …
D. – I
tanti luoghi comuni che gravitano attorno alla figura di San Francesco, ieri sono
stati messi a tacere – potremmo dire – quando anche il Papa ha detto: “La pace francescana
non è un sentimento sdolcinato e neppure una specie di armonia panteistica con le
energie del cosmo …” …
R. – Ci voleva un gesuita per dire cose così chiare,
così semplici, così evidenti – non ovvie, eh? Tutt’altro che ovvie: l’ovvietà sta
tutta dall’altra parte, sta tutta in questo compiacimento nel descrivere un Francesco
che tanto non da noia a nessuno, è un poveretto che parla con gli uccellini, con il
lupo, con il sultano – cose quasi fiabesche, no? Benedetto XVI queste cose le aveva
spiegate perfettamente in termini teologici; Bergoglio è un uomo di combattimento
ed è un uomo che, provvidenzialmente, è venuto nel momento in cui la Chiesa si deve
schierare in prima linea.