10 piazze per 10 comandamenti: Firenze ultimo appuntamento. Bilancio di Salvatore
Martinez
Si è conclusa domenica scorsa a Firenze l’iniziativa promossa dal “Rinnovamento nello
Spirito Santo” delle “10 piazze per 10 comandamenti” per far conoscere la ricchezza
dei 10 comandamenti, definiti da Papa Francesco nel videomessaggio legato all’iniziativa,
"indicazioni per la libertà”. Davide Pagnanelli ha chiesto un bilancio dell’iniziativa
a Salvatore Martinez, responsabile del “Rinnovamento nello Spirito Santo”.
R. – Il bilancio
è assolutamente positivo, perché mettere in piazza la propria fede intorno ad idee
ed ideali portanti che sono i 10 Comandamenti, non è una sfida semplice: è la prima
volta al mondo che si ritenta una rilettura pubblica e, direi, quasi spettacolare
dei 10 Comandamenti in format televisivo, con una pluralità di voci, che ha reso non
soltanto attuale il decalogo, ma ancora capace di modernizzare e di umanizzare la
storia.
D. – Siete soddisfatti della partecipazione del pubblico?
R.
– E’ stato davvero incredibile vedere che le piazze più importanti d’Italia si riempivano
ed erano gremite: il linguaggio oggi non sempre risponde alle attese della nostra
gente, che ha bisogno di trovare risposte fondamentali intorno al tema della vita.
In fondo, i 10 Comandamenti sono un inno alla vita.
D. – Avete pensato già
ad un seguito delle 10 Piazze per 10 Comandamenti?
R. – La piazza di Firenze
sarà l’ultima a raccontare quest’avventura durata 13 mesi. Abbiamo pensato di dare
un epilogo a questa iniziativa con un manifesto: sarà un appello al Paese. Noi vogliamo
ripartire dal basso, vogliamo ripartire dalla gente, vogliamo provare a raccontare
tutto ciò che ci unisce.
D. – Ci può raccontare un aneddoto particolare di
una di queste giornate?
R. – A Palermo e a Bologna, conclusa la serata, due
grandissimi acquazzoni si sono riversati sulla piazza – segno che questa era un po’
come la benedizione finale – mentre non si sono verificate azioni di disturbo legate
alla gente: infatti si temevano proteste … Nulla di questo è accaduto. Forse la cosa
più bella la legherei ai bambini. Il protagonismo di questi bambini, in alcune serate,
mi ha particolarmente toccato, commosso. E credo che noi adulti abbiamo una grande
responsabilità: educarli al bene, sapere che hanno bisogno di distinguere il bene
dal male e offrire loro modelli di vita virtuosi, esempi, testimonianze come quelle
che di sera in sera, di piazza in piazza, abbiamo raccontato.