2013-10-05 14:29:58

Storia dell'arte in Italia. Mobilitazione dei docenti: materia bistrattata nella patria della cultura


Per la Giornata mondiale degli insegnanti, indetta nel 1994 dall’Unesco, ricordiamo la mobilitazione dei docenti di Storia dell’Arte in Italia. Con la riforma del 2008, questa materia ha subìto pesanti tagli, proprio in un Paese che ha il patrimonio artistico più ampio al mondo. Un gruppo di insegnanti di Storia dell'Arte ha presentato una petizione al Ministero dell’Istruzione. Davide Pagnanelli ha chiesto a Emanuela Colantonio, insegnante di Storia dell’arte e firmataria della petizione, quale sia la situazione dell’insegnamento di questa materia in Italia: RealAudioMP3

R. - E’ stata tagliata dalla Riforma Gelmini nei bienni di molti indirizzi delle scuole superiori, nonché del tutto eliminata in alcuni istituti professionali, anche nell’Istituto tecnico per il turismo. Quindi, oltre ai professionali, anche il tecnico per il turismo dove era, ovviamente, materia di indirizzo. Diciamo che dall’istituto per il turismo, escono quegli studenti che spesso, poi, scelgono di operare come guide turistiche nelle proprie città …

D. – Quanto pesa questa ignoranza dei beni artistici e culturali sulla formazione dei ragazzi?

R. – E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che per la formazione di un ragazzo, di un adolescente che vive in un Paese come il nostro, un Paese che detiene il primato nella quantità di beni culturali, di beni artistici, è veramente una lacuna inconcepibile, proprio in relazione a quella che dovrà essere la sua coscienza di cittadino.

D. – A prescindere da chi questo insegnamento di Storia dell’arte non lo ha ricevuto, secondo la sua esperienza qual è il livello di conoscenza degli studenti – ma anche degli adulti italiani – del patrimonio artistico nazionale?

R. – Anche chi ha studiato fino ad oggi, questa materia, io ritengo che non abbia una cognizione consona, nel senso che la si è sempre studiata molto poco e purtroppo è abbastanza risaputo che Storia dell’arte è sempre stata considerata la cenerentola delle discipline scolastiche: non è una novità. Quello che da anni si puntava a fare, in Italia, era incrementare questa disciplina; quello che è stato fatto dalla ex ministro Gelmini è stato invece un taglio drastico della materia alle superiori.

D. – Quanto viene valorizzato, secondo la sua esperienza, il patrimonio artistico italiano?

R. – Non abbastanza, ovviamente. E’ stato abbastanza eclatante il caso di Pompei e dei crolli. Anche se fosse soltanto un discorso opportunistico, di un Paese che è in una grandissima crisi economica, in un momento difficilissimo da un punto di vista economico: come si fa a non puntare, a non investire in questo settore?

D. – In occasione della Giornata internazionale degli insegnanti, qual è il valore che un buon insegnante ha nella formazione di un ragazzo?

R. – Non tanto il trasmettere nozioni: quelle si fa sempre in tempo ad acquisirle; quanto trasmettere la curiosità nei confronti della conoscenza, a qualunque campo poi questa conoscenza vada ad ispirarsi e ad applicarsi. E – ancora di più – il senso critico: quindi, sensibilizzarli e guidarli a sviluppare un proprio senso critico nei confronti del mondo che hanno di fronte; allenarli alla riflessione … Posso dire che forse le materie umanistiche in questo senso veramente sono un’ottima palestra.







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