Il card. Caffarra: cancellare l'identità di padre e madre significa scardinare millenni
di civiltà
Una Bologna implosa, disgregata e che non ricerca il bene comune. E’ la fotografia
della città presentata dal suo arcivescovo, il cardinale Carlo Caffarra, nell’omelia
della festa del Santo patrono Petronio. Una precisa ideologia politica ha ispirato
per anni, dalla fine della Seconda Guerra mondiale, la convivenza del capoluogo emiliano,
ma ora quel modello è franato, c’è stata una caduta culturale del confronto politico.
Luca Tentori era per noi nella Basilica di San Petronio a raccogliere le parole
del card. Carlo Caffarra:
“Ora il vero
rischio della nostra città – come della cultura occidentale – è di rassegnarsi a vivere
dentro una cultura incapace di dare un assetto sensato al nostro convivere, che non
sia la mera esaltazione della libertà individuale. Una cultura che intende dispensare
l’uomo dalla ricerca di un senso della vita”.
La situazione e il destino
di Bologna: di questo ha parlato il cardinale Carlo Caffarra nell’omelia della festa
di San Petronio nel massimo tempio cittadino che si affaccia su Piazza Maggiore. L’analisi
va ai decenni del “modello Bologna”, della “vetrina italiana del buon governo” che
non ha retto. Il cammino della storia, graduale ma inesorabile, ha portato verso l’implosione
di un sistema che ospitava al suo interno una grande menzogna sull’uomo. Ma l’attenzione
è anche sul presente, sulla cronaca di queste settimane che ha rischiato di vedere
nella storia cittadina la cancellazione dell’identità di “padre” e “madre” dai moduli
di iscrizione dei bambini alla scuola materna. “Negare il significato morale proprio
del corpo e dei comportamenti che ad esso si riferiscono, ha detto il cardinale Caffarra:
“Significa,
cari amici, correre il rischio di scardinare millenni di civiltà, di far scomparire
le figure fondamentali dell’esistenza umana: il padre, la madre, il figlio”.
Poi
l’invito a non spezzare la catena generazionale e a vigilare sui temi dell’educazione
e del lavoro:
“E’ sommamente ingiusto che i giovani non trovino accesso
al mondo del lavoro. Stiamo correndo, a causa di questo, un grave rischio: farli sentire
'superflui' e come 'sovrannumerari', una generazione di cui la società, alla fine,
non sa che farsene. E così commettiamo nei loro confronti il peggiore dei furti: li
derubiamo della speranza”.
In un giorno di festa di fronte a migliaia di
fedeli il cardinale Carlo Caffarra ha voluto ricordare poi la strage di immigrati
di qualche giorno fa nel mare di Lampedusa:
“Ecco, fratelli e sorelle, dove
porta la follia delle guerre; la barbarie della 'globalizzazione dell’egoismo'; la
pervicace indifferenza di istituzioni, che anche in questo modo stannodistruggendo
la grandezza della civiltà europea”.