"Fare passi definitivi" e dire no a "cultura del provvisorio" si può. Testimonianza
di una coppia umbra
"In una società che privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia, non
abbiate paura di fare passi definitivi come il matrimonio". Le parole rivolte dal
Papa ai giovani ad Assisi sono state accolte con grande entusiasmo. Il Pontefice ha
messo in guardia dalla cultura del provvisorio indicando l’esempio delle passate
generazioni che pur in tempi difficili non hanno avuto paura di dire “sì” a Dio nel
matrimonio. Al microfono di Paolo Ondarza la testimonianza di Mirella e
Fabio Nucciarelli, 4 figli, sposati da 10 anni:
R. – (marito)
Quando ci siamo conosciuti, non ci siamo sposati ma siamo andati a convivere, perché
eravamo impreparati. Abbiamo convissuto per circa 7-8 anni. Abbiamo messo al mondo
anche due bambine … Ma ci sentivamo una coppia incompleta …
D. – Cioè, da una
parte la paura di fare il passo definitivo, dall’altra il desiderio di un qualcosa
di più …
R. – (moglie) Per noi, il desiderio di stare insieme con la persona
che amavamo per tutta la vita è stato maggiore e più forte. Durante il matrimonio
abbiamo avuto anche un momento di forte crisi, in cui abbiamo detto: “Buttiamo via
tutto!”. Però, poi, il sacramento del matrimonio era così importante che abbiamo voluto
credere di riuscire: con l’aiuto di Dio, sicuramente; e poi, con la grande fortuna
di aver conosciuto un sacerdote, don Carlo e la Casa della Tenerezza da lui fondata
per accompagnare le coppie sposate …
D. – Proprio ieri, il Papa ha lodato tutte
quegli esempi di corsi per fidanzati, percorsi per coppie che sono un validissimo
strumento per accompagnare i giovani, aiutarli appunto a confermare quella scelta
definitiva fatta nel giorno del loro matrimonio …
R. – (marito) … perché da
soli, in un momento di crisi, è quasi impossibile riuscire a tirar fuori tutto e
ricominciare …
R. – (moglie) Per noi è stato veramente molto, molto importante
questo incontro, e adesso facciamo parte della Casa della Tenerezza: cerchiamo di
aiutare le coppie in difficoltà a superare la crisi perché io dico sempre: se ci siamo
riusciti noi, mio marito ed io, ci possono riuscire tutti! Come diceva ieri il Papa
c’è tanta gente che prima di noi ha vissuto difficoltà ancora più gravi delle nostre!
Penso a mia madre, penso a mio padre, a quello che hanno sofferto loro … i miei nonni
non avevano neanche di che mangiare, però era così importante per loro stare insieme,
l’essere uniti, uniti nell’amore a Dio! Le difficoltà che avevano erano veramente
oggettive: il non avere il pane, alcune volte …
D. – E’ la certezza del matrimonio
vissuto, come sacramento, che rende sicuri e vince la paura …
R. – (moglie)
E’ l’affidarsi, è anche l’affidarsi: oggi non ci si affida più a Dio. Si conta solo
sulle proprie forze. E invece, per noi il cambiamento è stato veramente radicale quando
ci siamo affidati. Certo, continuiamo a lavorare, abbiamo le difficoltà, qualche volta
non arriviamo a fine mese, però questo non toglie che siamo insieme, che non siamo
soli: c’è l’amore di Dio che è con noi …
R. – (marito) Questa potrebbe essere
una testimonianza forte: il fatto che nel dopoguerra, nonostante tutte le difficoltà,
le famiglie siano rimaste unite. Probabilmente non ci saremmo stati neanche noi come
sposi perché non ci avrebbero trasmesso il valore della famiglia, dell’andare avanti.
Parlando della cultura del provvisorio le faccio un esempio: pensi che quando le nostre
figlie facevano la prima elementare, nella classe c’era solo una coppia di genitori
separati; arrivati in quinta elementare, erano 10. Uno pensa che sia più semplice
stare divisi, ma divisi le difficoltà si triplicano, senza considerare che la società
non ti aiuta per niente nel far crescere i figli …
D. – Se la crisi economica
chiama le istituzioni ad una maggiore responsabilità verso la famiglia, la tutela
della famiglia – o, per lo meno, dovrebbe essere così – la crisi economica non può
costituire tuttavia un motivo di scoraggiamento per quelle coppie che desiderano sposarsi
…
R. – (moglie) Assolutamente no: mia madre non ha fatto la festa, non ha comprato
il vestito da sposa, ma si sono sposati lo stesso. Era importante per loro sposarsi,
era importante per loro il matrimonio, era importante per loro la famiglia … e soprattutto
sentirsi uniti con Cristo. Nonostante la crisi economica, ci si può sposare lo stesso!
Io credo che si debba superare questa fase: se non hai la bomboniera, non succede
niente! Bisogna invece, capire qual è l’importanza del matrimonio: quella di essere
uniti in Cristo.