Egitto: almeno 4 morti in nuove manifestazioni, i blindati presidiano piazza Tahrir
Alta tensione in Egitto. I blindati dell'esercito stanno presidiando tutti gli accessi
a piazza Tahrir, al Cairo. Ieri nelle proteste per il presidente deposto Morsi, in
varie parti del Paese, sono morte 4 persone, circa 40 i feriti. Per domani, anniversario
della guerra del 1973 contro Israele, sono state attese manifestazioni di piazza dei
Fratelli Musulmani e del contrapposto Movimento "Tamarod". Massimiliano Menichetti
ha raccolto il commento di Gabriele Iacovino, responsabile analisti del
Centro studi internazionali:
R. – Purtroppo
continua la situazione di stallo nel processo post-Mubarak. Le autorità militari che
hanno di fatto ripreso il potere non hanno ancora intrapreso un percorso di dialogo
con la Fratellanza. L’atteggiamento è quello di totale chiusura. La decisione, appresa
nei giorni scorsi, di bloccare i fondi della Fratellanza – non solo del partito politico,
ma di tutto il movimento – non ha fatto che aggravare la situazione. Intanto si moltiplicano
le proteste di piazza che si “tingono di rosso”, del sangue dei manifestanti che vengono
uccisi nelle strade. Per ora, possibili soluzioni non si intravedono all’orizzonte.
D.
– I movimenti più laici che ruolo giocano in questa situazione?
R. – Purtroppo
i movimenti sociali, quelli più laici ed anche i partiti dell’opposizione, non hanno
molta voce in capitolo anche perché il movimento sociale – quello alla base della
"Primavera Araba" - in questo momento è comunque messo da parte. Il Paese continua
ad essere bloccato in un limbo istituzionale, e soprattutto economico: lo stallo politico
ormai ha portato quasi allo stremo le casse statali e l’economia egiziana. In questo
scenario la Comunità internazionale latita perché gli interessi - sia regionali, sia
internazionali - rimangono alquanto ambigui.
D. – Domani ricorre il 40.mo Anniversario
della Guerra arabo-israeliana. Sono attese manifestazioni di piazza convocate sia
dai sostenitori dell’ex presidente Morsi, sia dal movimento Tamarod, “ribellione”,
che ha condotto di fatto alla deposizione del presidente…
R. – L’anniversario
dei 40 anni della Guerra dello Yom Kippur può essere un nuovo esame per il Paese ed
una nuova occasione per le violenze. Purtroppo quello che si aspetta sono manifestazioni
che potrebbero degenerare in violenze. Qualsiasi motivo, però, sembra utile per scendere
in piazza e generare scontro; il problema quindi non è tanto l’anniversario della
Guerra, ma le intenzioni che si hanno. Fino a quando non si riuscirà a portare la
situazione alla calma ed il Paese non potrà di nuovo procedere verso un processo di
ricrescita istituzionale, purtroppo il futuro dell’Egitto continuerà ad essere buio.