Beatificazione di Rolando Rivi, seminarista ucciso a 14 anni dai partigiani comunisti
nel 1945
Santa Messa con rito di Beatificazione, sabato a Modena, di Rolando Rivi, seminarista
e martire nel 1945, ucciso a soli 14 anni dai partigiani comunisti. A presiedere la
celebrazione, come rappresentante del Santo Padre, è stato il cardinale Angelo Amato,
prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio di Giada Aquilino:
Una intensa
testimonianza di amore a Gesù, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, quando si
era diffuso un clima di ostilità contro i sacerdoti. È l’esperienza di vita cristiana
di Rolando Rivi, nato nel 1931 in provincia di Reggio Emilia. Da subito è “assorto
nella preghiera”, come recita la biografia ufficiale, matura presto un’autentica vocazione
al sacerdozio. A soli 11 anni entra in seminario e veste per la prima volta l’abito
talare che non lascerà più sino al martirio. Quando il seminario viene occupato dai
soldati tedeschi, torna a casa a San Valentino di Castellarano e continua gli studi
da seminarista sotto la guida del parroco, portando in paese un’ardente testimonianza
di fede e carità. Proprio per questo suo percorso, così toccante da attirare gli altri
ragazzi verso l’esperienza cristiana, Rolando, a 14 anni, finisce nel mirino di un
gruppo di partigiani comunisti. Viene sequestrato, picchiato e torturato, poi spogliato
a forza della veste talare e ucciso a colpi di pistola. Prima di morire, chiede di
poter pregare per i suoi genitori e così, nella preghiera, Rolando riafferma la sua
appartenenza a Gesù, al suo insegnamento ad amare i nemici. Ascoltiamo il cardinale
Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi:
“Ecco
cosa aveva Rolando nel suo cuore di bambino, un amore per tutti: amare non solo i
genitori e i fratelli, ma anche i nemici, fare del bene a chi lo odiava e benedire
chi lo malediceva. Era questa - e lo è ancora - una dottrina rivoluzionaria,
certo, ma nel senso buono, perché porta ad atteggiamenti di fraternità,
di tolleranza e di rispetto della libertà altrui, senza soprusi, senza imposizioni
forzate e senza spargimento di sangue”.
Da questa immagine di bambino
strappato con violenza alla vita e all'amore il cristiano, aggiunge il cardinale Amato,
non trae sentimenti di rancore, né di rivincita:
“Vogliamo ricordare e celebrare
la vicenda martiriale del piccolo Rolando Rivi con un atteggiamento di perdono, di
riconciliazione, di fraternità umana. Vogliamo gridare forte: mai più odio fratricida,
perché il vero cristiano non odia nessuno, non combatte nessuno, non fa male a nessuno.
L'unica legge del cristiano è l'amore di Dio e l'amore del prossimo. Le ideologie
umane crollano, ma il Vangelo dell'amore non tramonta mai perché è una buona notizia,
che porta pace e bene a tutti”.