Incontrando i poveri
assistiti dalla Caritas nella Sala della Spoliazione del Vescovado di Assisi, il Papa
ha raccomandato alla Chiesa intera ("La Chiesa siamo tutti noi", ha ricordato) di
spogliarsi del pericolo della mondanità, che è un idolo. "E l'idolatria è il peccato
più forte", ha aggiunto. "La mondanità ci fa male ed è lo spirito contrario a quello
delle Beatitudini", ha detto Francesco nel secondo discorso pronunciato - interamente
a braccio - nel corso della visita nella città umbra. Non dimenticando la tragedia
di Lampedusa ("Oggi è un giorno di pianto"), il Santo Padre ha invocato la grazia
dal Signore "che ci dia la forza di spogliarci dello spirito del mondo che è lebbra,
cancro". San Francesco d'Assisi - come ha ricordato il vescovo Mons. Domenico Sorrentino
- rinunciò a tutto per possedere tutto, compiendo una scelta impopolare. Alla
luce del messaggio del poverello del Duecento e delle parole del Pontefice che per
primo ha voluto prendere il suo nome, fra Paolo Martinelli ofm, Preside dell'Istituto
Francescano di Spiritualità alla Pontificia Università Antonianum, sottolinea
che "la vera spoliazione è accettare una radicale messa in discussione dei criteri
con cui giudichiamo la vita. Dobbiamo mettere definitivamente al centro non la nostra
misura ma l'amore di Dio che sorpassa ogni conoscenza. Il Papa ha messo in guardia
dalla tentazione di costruire una Chiesa senza Cristo che ci renderebbe 'cristiani
di pasticceria'. Ecco, Gesù non è venuto a ricamare una nostra torta". (a cura
di Antonella Palermo)