2013-10-03 15:31:44

Sicurezza bambini: incidenti domestici prima causa di morte, prevenibili al 90%


“Un mondo sicuro per i nostri bambini”: il tema dell’incontro promosso dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, ospitato a Roma dalla Pontificia Università Urbaniana. Gli incidenti domestici, stradali, sportivi sono la prima causa di morte sotto i 14 anni. Incidenti che sono in gran parte evitabili, come sottolinea Emanuela Ceriati, chirurgo nell’Ospedale Bambin Gesù, al microfono di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

R. - La maggior parte degli incidenti in età pediatrica sono prevenibili e prevedibili. Il 90% degli incidenti fatali, quindi che portano a morte, sono evitabili. E’ documentato come l’attuazione e l’efficacia di progetti di prevenzione e quindi di coinvolgimento del personale sanitario, pediatri di famiglia, comunità sociali, comunità scolastiche, provochino una netta riduzione dell’incidenza di mortalità.

D. - Ci sono dati numerici su questi incidenti e quali sono quelli più frequenti?

R. - Tra 1 e 14, l’incidente è la prima causa di morte. Sono circa 233 mila le morti in Europa correlate ad un incidente.

D. - Sono più numerosi gli incidenti domestici o anche di altro tipo?

R. - In assoluto, fra 0 e 9 anni l’incidente comunque più frequente è l’incidente domestico. Dai 9 anni in su, l’incidente sportivo.

D. - La prevenzione: quali sono i soggetti principali su cui puntare? Immagino i genitori…

R. - Assolutamente sì, i genitori, ai quali bisogna fare delle campagne di educazione e di presa di conoscenza, perché il rischio maggiore è il non sapere che l’incidente può essere prevenibile. Ci sono regole dettate dal buon senso che ogni mamma e che ogni papà ha innate. Ma ci sono accortezze - e ci sono, ahimè, conseguenze - cui il genitore comunque non va a pensare. Faccio un esempio: le batterie a disco che stanno diventando un’emergenza sanitaria. Prodotti e detersivi sia per lavatrici che lavastoviglie, che hanno un design molto appetibile dai bambini perché sembrano delle caramelle. Occorre quindi un’educazione diretta a tutta la società - alle famiglie, al personale didattico delle scuole, alle industrie - volta a segnalare quelli che possono essere i pericoli che altrimenti non si conoscono.

D. - Dottoressa, dalla sua esperienza, ha riscontrato che il noto buon senso, quelle norme di sicurezza e di prudenza che si trasmettevano all’interno delle famiglia - dalla nonna alla mamma, dal nonno al papà - oggi siano un po’ venute meno?

R. - Sì, sono forse venute meno, ma non consapevolmente. Forse, i ritmi della nostra vita attuale moderna possono ovviamente essere dei fattori di aumentato rischio in questo senso. Faccio riferimento per esempio agli eventi traumatici, cui stiamo diventando sempre più abituati, come al fatto di lasciare o di dimenticare il bambino in macchina, cui magari si potrebbe far fronte anche con dei meccanismi di prevenzione, con dei sistemi di allarme che ti ricordano che c’è ancora il bambino nell'auto.







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