India. Pogrom Orissa: ergastolo per i sette cristiani innocenti
Condannati al carcere a vita: è la sentenza emessa da un tribunale dell'Orissa contro
sette cristiani innocenti, accusati senza prove dell'omicidio del leader indù Laxamananda
Saraswati, la cui morte scatenò i violenti pogrom anticristiani del 2008. Immediata
la reazione di mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar: "Faremo
appello all'Alta Corte contro questo verdetto ingiusto e inaccettabile". "I maoisti
- ha sottolineato all'agenzia AsiaNews - hanno rivendicato due volte la loro responsabilità
per l'omicidio dello swami Laxamananda e dei suoi quattro seguaci". Dopo decine di
rinvii e processi farsa, il 1° ottobre scorso i giudici della Session Court (tribunale
regolare) di Phulbani hanno condannato i sette cristiani per l'assassinio del leader
indù, rimandando a oggi la lettura della sentenza. Ad AsiaNews Sajan George, presidente
del Global Council of Indian Christians (Gcic), definisce la condanna "una presa in
giro, la triste dimostrazione di come funziona il sistema giudiziario indiano". I
giudici, aggiunge, "erano in combutta con le forze ultranazionaliste indù e di proposito
hanno rimandato udienze e processi in modo regolare. Siamo tutti d'accordo che il
principio fondamentale di una democrazia è dare uguale protezione e giustizia in base
alla legge: nel nostro caso questi sette uomini non sono stati giudicati secondo tale
principio". (R.P.)