2013-10-02 08:58:46

Zimbabwe: i vescovi su diritti dei poveri ed economia


“La priorità è l’economia e per favorire una ripresa servono sia la Cina che l’Europa e gli Stati Uniti, sia l’Oriente che l’Occidente”: con l'agenzia Misna parla di politica padre Frederick Chiromba, segretario generale della Conferenza episcopale dello Zimbabwe, ma senza perdere di vista le emergenze di tutti i giorni. Dopo le elezioni di luglio, vinte dal presidente Robert Mugabe e dal suo partito Zanu-Pf, una delle preoccupazioni principali resta l’emergenza alimentare che sta colpendo molte aree del Paese. “Circa due milioni e 200.000 persone hanno bisogno di aiuti alimentari urgenti – sottolinea padre Chiromba – e i prossimi mesi saranno i più difficili”. Attraverso la Caritas la Chiesa cattolica sta distribuendo cibo e altri prodotti essenziali, ma in una prospettiva di medio periodo appare indispensabile un miglioramento generale del contesto economico. “La revoca delle sanzioni nei confronti del gruppo statale che gestisce l’estrazione e il commercio dei diamanti – sottolinea il segretario generale della Conferenza episcopale – può essere un primo passo sulla via di una normalizzazione dei rapporti con l’Occidente, essenziale perché nello Zimbabwe a investire non siano soltanto i cinesi”. Secondo padre Chiromba, dopo oltre dieci anni di sanzioni il governo di Mugabe ha la volontà e l’interesse di migliorare le relazioni con l’Europa e gli Stati Uniti. “Ma perché questo avvenga – avverte il religioso – devono realizzarsi due condizioni: che le potenze occidentali si dimostrino disposte a trattare su una base di parità e che lo Zimbabwe sappia attrarre chi investe”. Uno dei nodi è l’Indigenisation and Empowerment Act, una legge che prevede il trasferimento di quote di controllo nella proprietà delle società di grandi e medie dimensioni alla popolazione nera discriminata prima del 1980. “La via è stretta – sottolinea padre Chiromba – ma bisogna conciliare le logiche del mercato con l’impegno di giustizia sociale”. (R.P.)







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