Dietrofront di Berlusconi, fiducia a Letta. Gruppo di senatori Pdl schierato col governo
Il Senato ha votato la fiducia al governo Letta con 235 si'. La svolta è arrivata
in tarda mattinata quando in aula Silvio Berlusconi ha confermato il suo appoggio
al governo, dopo che per tutta la mattinata si erano rincorse voci su una scissione
da parte di fedelissimi del Cavaliere. Aprendo la seduta, il premier Letta aveva detto
"no" a una politica da trincea. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Stamattina,
al Senato è successo di tutto e di più Alla fine della riunione del gruppo, Silvio
Berlusconi aveva confermato la decisione di votare "no" alla fiducia decidendo di
restare in Aula: ''Se uscissimo fuori sarebbe un gesto ambiguo e gli elettori non
lo capirebbero'' aveva detto il Cavaliere. Poi, in aula colpo di scena: votiamo "sì",
ma - ha precisato il Cavaliere - "per il bene del Paese ma non senza travaglio". Quando
le cose sembrano al peggio per l'esecutivo, erano state almeno 25 le firme raccolte
tra gli esponenti del Pdl per una una mozione a favore dell’esecutivo. Formigoni aveva
detto che il nuovo gruppo si sarebbe chiamato “I Popolari”, ma al contempo aveva precisato
che il nome Pdl restava nelle disponibilità del segretario Alfano. “Nasce una nuova
maggioranza”, diceva il ministro per i Rapporti col Parlamento, Dario Franceschini.
La mattinata si è aperta col discorso di Letta nell’aula di Palazzo Madama. ''Il Paese
è stremato da mille conflitti", aveva detto. "E' un appello che rivolgo in primo luogo
a me stesso: basta con la politica da trincea". Letta aveva chiesto la fiducia "non
contro qualcuno”. Per la sfiducia rimangono Lega, Sel, Gal e il Movimento Cinque Stelle,
che presenterà una mozione di sfiducia