Si chiude a Roma l'incontro di Sant'Egidio. Riccardi: alimentiamo un movimento di
pace lanciato dalle religioni
Chiusura oggi a Roma della XXVII edizione dell’incontro delle religioni per la pace,
organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Stamattina il bilancio delle tavole rotonde
- alle quali hanno preso parte oltre 400 ospiti - l’ha tirato il fondatore della Comunità,
Andrea Riccardi. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
I convegni di
Sant’Egidio mettono al centro l’ascolto paziente dell’altro. Andrea Riccardi,
fondatore della Comunità, traccia il bilancio dell’incontro 2013, quest’anno a Roma,
città – ha spiegato Riccardi – che dovrebbe tornare a essere crocevia di uomini e
religioni, per uscire dal ripiegamento in cui vive. Al centro dell’appuntamento di
quest’anno, soprattutto la crisi siriana. Riccardi ricorda la giornata di preghiera
indetta da Papa Francesco, che ha segnato la rivolta dello spirito di fronte alla
guerra in Siria, non uno dei problemi – dice Riccardi - ma "il problema" di oggi di
fronte al quale la comunità internazionale, da parte occidentale così come da parte
araba, ha rivelato il suo limitato livello di coscienza. Altro importante tema al
centro dei lavori di questi giorni: il terrorismo di matrice religiosa. Le armi non
bastano per combatterlo – ha proseguito Riccardi – c’è una dimensione spirituale fondamentale
nella lotta al terrorismo, occorre dunque alimentare la creazione di un movimento
di pace lanciato dalle religioni. Riccardi non ha mancato di sottolineare le importanti
parole rivolte dal Papa ieri, durante l’udienza ai membri della comunità e ai loro
ospiti a Roma:
"Noi ci sentiamo molto vicini a quello che Papa Francesco
dice, perché sta toccando punti vitali del nostro presente e della nostra realtà.
Papa Francesco dà un messaggio di speranza che non è un codice ma parte dall’assimilazione
in noi stessi: c’è un impegno di tutte le religioni, perché il terrorismo religioso
divide le religioni".
Così come durante l’assemblea di apertura, Riccardi
ha toccato il grave momento vissuto dall’Italia, la cui crisi – dice – è l’espressione
del teatro della politica lontano dai drammi veri:
"Non si tiene conto del
dramma reale degli italiani e del mondo: abbiamo bisogno di un governo stabile perché
questo è un Paese che vive a contatto con il dramma della gente".
Oggi
pomeriggio, in piazza del Campidoglio, si svolgerà la cerimonia finale, con la lettura
dell’Appello di pace firmato da tutti i leader religiosi presenti all’incontro. Tre
le assi portanti del messaggio: ripudio del terrorismo, affermazione della speranza
e affermazione del dialogo per la soluzione dei problemi. L’appuntamento con l’incontro
2014 - in occasione del centenario dello scoppio della Prima Guerra mondiale - sarà
ad Anversa, in Belgio, primo Paese ad essere invaso dai tedeschi – ricorda in chiusura
Riccardi – e dove vennero utilizzate per prime le armi chimiche, come l’iprite. Dal
Belgio, quindi, arriverà un monito a non dimenticare e un’indicazione all’Europa tutta
a responsabilizzarsi di fronte ai drammi della guerra.