Lo Ior pubblica per la prima volta il suo Rapporto annuale. Von Freyberg: manteniamo
l'impegno per la trasparenza
Lo Ior ha pubblicato martedì scorso, sul sito www.ior.va, il suo rapporto annuale
relativo al 2012. Si tratta del primo rapporto ad essere divulgato al pubblico. Dal
documento - di un centinaio di pagine - emerge che, nel 2012, lo Ior ha registrato
un utile netto di 86,6 milioni di euro. Ciò ha consentito allo Ior di apportare un
contributo di 54,7 milioni di euro al budget della Santa Sede. Il rapporto in sé non
è dunque una novità lo è invece la sua pubblicazione. Un’iniziativa che vuole mantenere
fede all’impegno per la trasparenza delle attività dell’Istituto, come sottolinea
il presidente dello Ior, Ernst Von Freyberg, al microfono di Bernd Hagenkord:
D.
– Il documento che presenta oggi è un documento piuttosto lungo e complicato, pochi
lo leggeranno e ancora meno capiranno quello che dice. Potrebbe spiegarci in poche
parole il suo contenuto?
R. – We present the first annual report... Presentiamo
il primo Rapporto annuale in 125 anni di storia dello Ior. Contiene una descrizione
del nostro lavoro, un riassunto del 2012 e dei primi otto mesi del 2013, dichiarazioni
dei nostri Sovrintendenti di sorveglianza, della Commissione dei cardinali e del prelato
(dello Ior ndr). Inoltre contiene più di 60 pagine di dichiarazioni finanziarie dettagliate
con una verifica completa del KPMG (Società di certificazione internazionale – ndr.).
D. – C’è bisogno di essere un ragioniere per capire queste pagine?
R.
– You do no have to be an accountant… Non bisogna essere un ragioniere, se lei
legge la lettera introduttiva e la descrizione del nostro lavoro nel 2012 e 2013,
riuscirà a capire bene cosa rappresenta l’Istituto per le Opere religiose.
D.
– Per quanto riguarda il KPMG: avete avuto revisioni esterne, che sono state comprese
anche nel processo della preparazione di questo documento...
R. – The accounts
of Ior have been audited... I conti dello Ior sono stati controllati a lungo, sempre
da rispettabili società internazionali di revisione. Nel 2013 sono stati controllati
dal KPMG. La cosa in sé non è inusuale per l’Istituto, è inusuale invece che si sia
pronti a pubblicare il tutto.
D. – Ci sono nuovi fatti? Lo Ior attira sospetto
e storie nei media, come successo recentemente. Ci sono nuovi fatti che spiegano quello
che è, e quello che fa?
R. – For someone who is following us… Per qualcuno
che ci ha seguito negli ultimi sei mesi, non ci sono fatti nuovi riguardo a quello
che facciamo, riguardo a chi sono i nostri clienti e quale sia la nostra missione.
Ciò che è nuovo sono i dettagli. La cosa più sorprendente sarà il fatto di quanto
non sia sorprendente. Lei può vedere un’istituzione finanziaria gestita in maniera
piuttosto conservatrice che protegge le azioni, investe in un ambito molto conservatore
come le obbligazioni statali e i depositi bancari. E vedrà un’istituzione altamente
capitalizzata. Alla fine dello scorso anno il nostro patrimonio netto era del 15%,
che è molto al di sopra di quello di istituzioni finanziarie simili.
D. –
Il rapporto non è cosa nuova, ma la pubblicazione lo è. Questo rientra nella vostra
politica di trasparenza?
R. – That is a key element... Quello è un elemento
chiave. Dal marzo scorso abbiamo avviato una strategia basata su tre pilastri. Uno
è quello di aprire e impegnarsi in un dialogo con i media, dicendo come stanno i fatti
in maniera sistematica. E questo fa sì che ora noi abbiamo un ufficio stampa per lo
Ior. Il secondo elemento è quello di creare un sito web che possa servire come fonte
accreditata sui fatti dell’Istituto. Il terzo elemento è quello di pubblicare il rapporto
annuale.
D. – Per chi viene scritto il rapporto? Per i media, per l’utente
comune, per le altre banche?
R. – First of all we address ourselves... Prima
di tutto noi ci rivolgiamo alla Chiesa. Ci sono circa un miliardo di cattolici nel
mondo, che hanno diritto di sapere cosa fa questa parte della Santa Sede. Hanno anche
diritto di capire come contribuiamo al benessere della Chiesa nel mondo. Il secondo
gruppo sono i nostri partner, cioè le nostre banche corrispondenti, che contano sul
fatto che noi siamo un ‘business-partner’ solido e ben gestito. Il terzo gruppo è
– come lei giustamente ha detto – quello dei media, degli analisti finanziari che
possono avere un interesse, e il pubblico in generale.
D. – Lei si sta occupando
dei conti, lei stesso ne ha parlato prima. Come sta andando il controllo dei conti
e del lavoro in generale dello Ior?
R. – That is going well… Sta andando
bene. Da maggio abbiamo impiegato il Promontory-Group statunitense. Loro stanno revisionando
ogni singolo conto e stanno anche facendo indagini speciali per noi. In aggiunta,
e insieme a loro, abbiamo esaminato le nostre procedure nel prendere clienti e nel
trattare con loro per assicurarci che non si verifichi nessuna azione di riciclaggio
nell’Istituto. I tre progetti stanno procedendo secondo i piani, abbiamo un nuovo
manuale, abbiamo nuove procedure e siamo anche pronti per un’ispezione da parti terze.
D. – Avete impiegato questa compagnia, la Promontory. Quanto è importante,
personalmente e per l’Istituto, avere un aiuto esterno?
R. – It is necessary
for two reasons... E’ necessario per due ragioni. La prima è che c’è bisogno di
qualcuno con una conoscenza all’avanguardia, che si occupi di questi processi più
volte per diverse istituzioni nel mondo. La seconda è ugualmente importante: è una
gran mole di lavoro. Ci sono 20, 25 persone (della Promontory) che ogni giorno fanno
questo lavoro. E noi in Sede non avremmo queste risorse.
D. – Noi dei media
ci affidiamo ai paroloni. Diciamo: “E’ l’alba di un nuovo giorno”, come ho letto oggi
sui giornali. Un altro afferma che si tratta di una “rivoluzione”. Secondo lei, cosa
sta succedendo al momento nell’Istituto?
R. – It is another step... E’ un
altro passo verso la creazione di un Istituto conforme e trasparente per cui il Santo
Padre deciderà più tardi quest’anno o il prossimo anno in quale direzione voglia mandarci.
D. – L’ultima domanda: quale sarà il vostro prossimo passo?
R. – We
have gone a long way on... Abbiamo fatto una lunga strada sulla trasparenza e la
conformità. Il prossimo passo importante sarà quello di guardare il nostro servizio
al cliente e vedere come possano migliorare i prodotti come i servizi che offriamo
loro.