India. Pogrom dell'Orissa: 7 cristiani rischiano condanna ingiusta per omicidio
Oggi il tribunale di Mumbai emetterà la sentenza definitiva contro 7 cristiani accusati
di aver ucciso Laxamananda Saraswati, un leader del partito estremista Indù “Vishwa
Hindu Parishad”. L’omicidio avvenne durante i pogrom avvenuti nella zona dell’Orissa
nel 2008, quando si scatenarono violente persecuzioni contro le comunità non indù
e specialmente contro i cristiani, ma ad aver rivendicato l’omicidio di Saraswati
sono stati, fin da principio, i maoisti. Gli imputati erano stati assegnati ad un
tribunale speciale per i fatti dell’Orissa, che avrebbe dovuto agire per direttissima
ma che, dopo 5 anni in cui gli imputati sono rimasti in carcere, ha girato il caso
ad un tribunale ordinario. "È vergognoso”, dichiara all'agenzia AsiaNews, Sajan George,
presidente del Global Council of Indian Christians “che dei padri di famiglia innocenti
siano stati sbattuti in carcere per quasi cinque anni e sottoposti a processi farsa
per un crimine che non hanno commesso". Ancora oggi la situazione dei cristiani dell’Orissa
è drammatica, oltre ad aver perso le proprie case e proprietà durante i pogrom, vivono
ora l’allontanamento e il boicottaggio della maggioranza indù che li confina in situazioni
di estrema povertà. (D.P.)