Giornata internazionale anziani. L'Auser: ancora lontani dagli obiettivi dell'Onu
Celebrata ieri, la 23.ma Giornata internazionale per le persone anziane sul tema:
"Il futuro che vogliamo, cosa stanno dicendo gli anziani". Il segretario generale
dell'Onu, Ban Ki-moon, in un messaggio per l'occasione, afferma che "entro il 2050
la popolazione anziana nei Paesi sviluppati sarà doppia rispetto a quella dei bambini"
e, continua, "faccio appello alle nazioni e ai popoli perché rimuovano le barriere
che impediscono la piena partecipazione degli anziani alla società". Su questa Giornata,
Davide Pagnanelli ha intervistato Vincenzo Costa, presidente dell'associazione
per gli anziani "Auser":
R. - 20 anni
fa, nel 1990, l’Onu tracciò i punti fondamentali per promuovere la Giornata dell’anziano.
Parlavano di indipendenza, di partecipazione, di dignità delle persone; parlavano
di combattere ogni forma di abbandono, abuso, violenza. Credo che le cronache di questi
giorni ci dicono che siamo molto lontani da quei principi. Questo non significa che
il primo ottobre non sia una giornata importante. È importante, perchè è una giornata
in cui si possono avviare delle riflessioni per capire dove si fa poco e come - soprattutto
- si può fare di più.
D. - A che punto siamo in Italia con il rispetto dei
diritti degli anziani?
R. - Siamo ad un livello di graduale regresso. Stiamo
vivendo questa fase di crisi tentando di contenere i costi senza fare un distinguo
con quelli che sono i costi essenziali; quando parlo di essenziali parlo di livelli
che devono garantire una qualità della vita, di sostegno alle persone e ai loro bisogni.
Un dato per tutti: lo Stato è capace di spendere 43 miliardi di sostegno al reddito,
e ne trasferisce appena sette ai comuni per fornire servizi reali. Per cui è uno Stato
che preferisce monetizzare il disagio, anziché colmarlo con servizi alla persona.
È un periodo in cui c’è anche una grave carenza occupazionale; il terzo settore, con
i servizi alla persona, potrebbe essere - come lo è in tantissimi Paesi europei -
uno di quei settori dove ad investimento in servizi, corrisponde anche un incremento
di posti di lavoro. Per cui si potrebbero sommare due emergenze gravissime.
D.
- Quale risorsa rappresentano gli anziani per la società di oggi?
R. - Se venissero
utilizzati, rappresentano una risorse enorme! Sono persone che hanno accumulato esperienza,
capacità, professionalità. Vi dico i nostri numeri: noi con gli anziani mettiamo in
campo in tutte le regioni d’Italia 48 mila volontari che fanno le cose più varie,
partendo dal territorio e dalla persona. Nei recenti terremoti dell’Emilia Romagna
e dell’Abruzzo hanno collaborato tante delle nostre unità. Per cui l’anziano, che
quando va in pensione ha davanti a sé come aspettativa di vita in media 20 - 25 anni,
non può essere considerato un problema o ancora peggio un peso, ma deve essere considerato
una risorsa.