Guinea Conakry: per le legislative spoglio in corso tra attesa e sospetti
Mentre procede lo spoglio manuale delle schede di voto in ogni seggio, la Commissione
elettorale nazionale indipendente (Ceni) ha annunciato che i primi “risultati parziali
provvisori” potrebbero essere diffusi anche oggi, mentre per quelli “completi” bisognerà
aspettare mercoledì. L’ultima tappa delle attese elezioni legislative, tenute sabato
scorso, sarà l’esame degli eventuali ricorsi e la proclamazione dei risultati definitivi
da parte della Corte Suprema. Molti osservatori e candidati si sono già complimentati
per l’elevata affluenza alle urne: secondo la Ceni il tasso di partecipazione potrebbe
raggiungere l’80% dei circa 5,09 milioni di aventi diritto che, in 12.000 seggi, sia
all’estero che in Guinea, sono stati chiamati ad eleggere 114 deputati tra 1.800 candidati
di una trentina di liste presentate da 33 partiti. Sono positive le prime valutazioni
degli osservatori elettorali, tra cui quella di Edem Kodjo, capo della missione della
Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas), secondo cui le legislative
“si sono tenute in condizioni di libertà e di trasparenza accettabili”. Secondo l’ex
primo ministro togolese “le insufficienze riscontrate non sono riconducibili a un
atto deliberato di natura a mettere in causa l’integrità dello scrutinio”, ma sono
imputabili a “problemi logistici” e “alla mancata esperienza degli agenti elettorali”.
Di fatto la giornata elettorale di sabato è stata caratterizzata da problemi organizzativi
che hanno ostacolato, o in alcuni casi impedito, le operazioni di voto. Tra i problemi
più ricorrenti c’è stata la mancata consegna del certificato elettorale e del materiale
utile alle votazioni (inchiostro, liste) oppure difficoltà nel localizzare il proprio
seggio. Nella fase dello spoglio sono emerse critiche per la lentezza delle operazioni
e sospetti di possibili frodi, mossi dall’opposizione. L’ex primo ministro Jean-Marie
Doré, capo dell’Unione per il progresso della Guinea (Upg), ha accusato il colonnello
Moussa Tiegboro Camara e il prefetto della città di Lola, nella sua regione di origine
della Guinea forestale, di aver depositato casse piene di schede elettorali nei seggi
di votazione. Il principale oppositore Cellou Dalein Diallo, leader dell’Unione delle
forze democratiche di Guinea (Ufdg), ha denunciato alcune irregolarità gravi, tra
cui il ritrovamento di 500 certificati elettorali che erano stati buttati. “Tutta
la Guinea uscirà per le strade del Paese se dovessimo costatare che i risultati dati
non sono in conformità con la realtà” ha detto l’altro oppositore di peso, l’ex primo
ministro Sidya Touré, capo dell’Unione delle forze repubblicane (Ufr). Sospetti e
dubbi già minimizzati dal partito al potere, il Raggruppamento del popolo di Guinea
(Rpg) del presidente Alpha Condé, secondo il quale “non sono i malfunzionamenti riscontrati
in una dozzina di seggi su 1200 che potranno rimettere in causa la sincerità del voto”.
Temendo violenze e proteste dopo la pubblicazione dei risultati, osservatori elettorali
dell’Unione Africana e dell’Unione Europea hanno rinnovato gli appelli alla calma.
Dopo le prime presidenziali democratiche dall’indipendenza, tenute nel 2010, le legislative
erano attese dal 2011 ma sono state rinviate più volte a causa di problemi organizzativi
e del braccio di ferro tra maggioranza e opposizione. Il voto di sabato – le prime
legislative da 11 anni – consentirà alla Guinea di archiviare la fase di transizione
politica. Da fine 2008, alla morte del generale Lansana Conté, che ha guidato il Paese
per 24 anni, e dal successivo colpo di stato militare, a fare le veci del parlamento
è il Consiglio nazionale di transizione (Cnt, non eletto). (R.P.)