2013-09-30 13:09:09

Guinea Conakry: per le legislative spoglio in corso tra attesa e sospetti


Mentre procede lo spoglio manuale delle schede di voto in ogni seggio, la Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) ha annunciato che i primi “risultati parziali provvisori” potrebbero essere diffusi anche oggi, mentre per quelli “completi” bisognerà aspettare mercoledì. L’ultima tappa delle attese elezioni legislative, tenute sabato scorso, sarà l’esame degli eventuali ricorsi e la proclamazione dei risultati definitivi da parte della Corte Suprema. Molti osservatori e candidati si sono già complimentati per l’elevata affluenza alle urne: secondo la Ceni il tasso di partecipazione potrebbe raggiungere l’80% dei circa 5,09 milioni di aventi diritto che, in 12.000 seggi, sia all’estero che in Guinea, sono stati chiamati ad eleggere 114 deputati tra 1.800 candidati di una trentina di liste presentate da 33 partiti. Sono positive le prime valutazioni degli osservatori elettorali, tra cui quella di Edem Kodjo, capo della missione della Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas), secondo cui le legislative “si sono tenute in condizioni di libertà e di trasparenza accettabili”. Secondo l’ex primo ministro togolese “le insufficienze riscontrate non sono riconducibili a un atto deliberato di natura a mettere in causa l’integrità dello scrutinio”, ma sono imputabili a “problemi logistici” e “alla mancata esperienza degli agenti elettorali”. Di fatto la giornata elettorale di sabato è stata caratterizzata da problemi organizzativi che hanno ostacolato, o in alcuni casi impedito, le operazioni di voto. Tra i problemi più ricorrenti c’è stata la mancata consegna del certificato elettorale e del materiale utile alle votazioni (inchiostro, liste) oppure difficoltà nel localizzare il proprio seggio. Nella fase dello spoglio sono emerse critiche per la lentezza delle operazioni e sospetti di possibili frodi, mossi dall’opposizione. L’ex primo ministro Jean-Marie Doré, capo dell’Unione per il progresso della Guinea (Upg), ha accusato il colonnello Moussa Tiegboro Camara e il prefetto della città di Lola, nella sua regione di origine della Guinea forestale, di aver depositato casse piene di schede elettorali nei seggi di votazione. Il principale oppositore Cellou Dalein Diallo, leader dell’Unione delle forze democratiche di Guinea (Ufdg), ha denunciato alcune irregolarità gravi, tra cui il ritrovamento di 500 certificati elettorali che erano stati buttati. “Tutta la Guinea uscirà per le strade del Paese se dovessimo costatare che i risultati dati non sono in conformità con la realtà” ha detto l’altro oppositore di peso, l’ex primo ministro Sidya Touré, capo dell’Unione delle forze repubblicane (Ufr). Sospetti e dubbi già minimizzati dal partito al potere, il Raggruppamento del popolo di Guinea (Rpg) del presidente Alpha Condé, secondo il quale “non sono i malfunzionamenti riscontrati in una dozzina di seggi su 1200 che potranno rimettere in causa la sincerità del voto”. Temendo violenze e proteste dopo la pubblicazione dei risultati, osservatori elettorali dell’Unione Africana e dell’Unione Europea hanno rinnovato gli appelli alla calma. Dopo le prime presidenziali democratiche dall’indipendenza, tenute nel 2010, le legislative erano attese dal 2011 ma sono state rinviate più volte a causa di problemi organizzativi e del braccio di ferro tra maggioranza e opposizione. Il voto di sabato – le prime legislative da 11 anni – consentirà alla Guinea di archiviare la fase di transizione politica. Da fine 2008, alla morte del generale Lansana Conté, che ha guidato il Paese per 24 anni, e dal successivo colpo di stato militare, a fare le veci del parlamento è il Consiglio nazionale di transizione (Cnt, non eletto). (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 1° ottobre







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