Sbarco record di bambini siriani in Italia. Il card. Romeo: l'accoglienza sia vero
accompagnamento
Ancora sbarchi di centinaia di profughi sulle coste italiane. Oltre 250 sono arrivati
giovedì in Calabria da Siria e Palestina; in 183 ieri mattina sono invece sbarcati
dalla Somalia al porto di Palermo, dove ad accoglierli c’era anche l’arcivescovo,
il cardinale Paolo Romeo. Intanto da Lampedusa Terre des Hommes segnala l’affluenza
record di bambini migranti con i genitori in fuga dalla Siria.”Sta cambiato il volto
dell’immigrazione, devono cambiare anche le regole” chiede la Ong. Il servizio di
Gabriella Ceraso:
Calabria e Sicilia
restano in prima linea nell’accoglienza. È un lavoro impegnativo che deve però coinvolgere
tutti e in modo costante”. E’ l'arcivescovo di Palermo a dirlo. Il cardinale Paolo
Romeo oggi è stato al porto della città - insieme al sindaco, al prefetto e ai
volontari - e ha accolto i 183 somali soccorsi a Sud di Lampedusa e già smistati nella
regione che ne ospita in tutto 1800. “Il gruppo di oggi è certo il più numeroso degli
ultimi anni, ma il problema” sottolinea il cardinale “non è l’accoglienza di un giorno,
Palermo ha da sempre le braccia aperte sul Mediterraneo”:
"Papa Francesco
ci invita a 'stare con'. Hanno bisogno di cuori, di occhi e mani che non soltanto
si protendono verso loro, ma che siano operose nei loro riguardi. Se ognuno fa qualcosa,
insieme possiamo fare molto. Oggi porteremo vestiti e sapremo come accoglierli; tra
un mese continueremo con lo stesso atteggiamento. Mi auguro di poter sensibilizzare
la gente perché non si tratta di un’accoglienza di un’ora ma è un farsi carico dei
loro problemi, fin quando non si riesce a definire il quadro giuridico".
Si
rende intanto sempre più urgente il bisogno di rivedere le strutture dei centri di
identificazione e di accoglienza, Cie e Cara. Lo ha promesso il ministro per l'Integrazione,
Kyenge, e lo ribadiscono oggi gli operatori di Terres des Hommes da Lampedusa, dove
la guerra in Siria sta disegnando un inedito target negli arrivi e un’affluenza record
di bambini: 130, vittime o involontari testimoni di incredibili atrocità come testimonia
Federica Giannotta di Terres des Hommes:
"Sono famiglie che hanno
davvero lasciato tutto di punto in banco: bambini con lo zaino ancora in spalla, famiglie
di una fascia sociale medio/medio-alta e molte di loro dicono di voler lasciare l’Italia.
Vogliono dirigersi vero il Nord Europa perché hanno sentito dire che in Paesi, come
Svezia e Norvegia, la protezione viene riconosciuta subito e con tempi molto brevi;
molti sono anche confusi. Ma quello che emerge chiaramente è che molti di loro dicono
di aver lasciato in Siria ancora parte della loro famiglia".
Da qui la
richiesta di Terre des Hommes:
"Stanno fuggendo da una guerra quindi non
si può attendere il tempo lungo di una richiesta di asilo, perché se in Siria ci sono
ancora bambini è giusto che questo venga reso possibile in tempi molto molto brevi.
È questo che chiediamo alle istituzioni: abbiamo fatto riferimento ad una protezione
sussidiaria che venga riconosciuta subito e su questa base venga permessa una procedura
di ricongiungimento di chi è rimasto in dietro, là dove è possibile".