Mons. Mamberti all'Onu: è giunta l'ora di eliminare le armi nucleari dal pianeta
“L’eliminazione completa delle armi nucleari è essenziale per rimuovere il pericolo
di una guerra nucleare, obiettivo al quale dobbiamo dare la massima priorità”: è quanto
ha affermato a New York mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli
Stati, durante l'Incontro di alto livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
sul disarmo nucleare. Il servizio di Sergio Centofanti:
“La preoccupazione
per la proliferazione delle armi nucleari in altri Paesi – ha detto in modo molto
chiaro mons. Mamberti - suonerà vuota fintanto che gli Stati possessori di armi nucleari
rimarranno attaccati alle proprie armi”. Cinque anni fa, il segretario generale aveva
presentato un piano in cinque punti per il disarmo nucleare. “È ora che a questo piano
– ha sottolineato il presule - venga dedicata la seria attenzione che merita” perché
il mondo possa andare oltre “le tetre dottrine della distruzione reciproca certa”.
“Adesso
è imperativo – ha proseguito mons. Mamberti - che noi affrontiamo in modo sistematico
e coerente i requisiti legali, politici e tecnici per un mondo libero da armi nucleari”
iniziando al più presto il lavoro preparatorio per una Convenzione sull’eliminazione
delle armi nucleari “graduale e verificabile”. Ma “l’ostacolo principale all’inizio
di questi lavori – ha affermato - è la persistente adesione alla dottrina della deterrenza
nucleare. Con la fine della guerra fredda, i tempi in cui questa dottrina poteva essere
accettata sono ormai superati. La Santa Sede non ammette il proseguimento della deterrenza
nucleare, poiché è evidente che sta favorendo lo sviluppo di armi sempre più nuove,
impedendo così un disarmo nucleare autentico”. “È la dottrina militare della deterrenza
nucleare, sostenuta politicamente dagli Stati possessori di armi nucleari – ha sostenuto
con forza mons. Mamberti - che bisogna affrontare per spezzare la catena della dipendenza
dalla deterrenza”.
Il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati ha quindi
affermato che non si può giustificare “la continuazione di una politica di deterrenza
nucleare permanente, data la perdita di risorse umane, finanziarie e materiali in
un tempo in cui scarseggiano i fondi per la salute, l’educazione e i servizi sociali
in tutto il mondo, e dinanzi alle attuali minacce alla sicurezza umana, quali la povertà,
i cambiamenti climatici, il terrorismo e i crimini transnazionali. Tutto ciò dovrebbe
farci riflettere sulla dimensione etica e la legittimità morale della produzione delle
armi nucleari, della loro elaborazione, sviluppo, accumulo e uso, nonché della minaccia
di usarle. Dobbiamo evidenziare di nuovo - ha ancora rilevato - che le dottrine militari
basate sulle armi nucleari quali strumento di sicurezza e di difesa di un gruppo elitario,
in una esibizione di potere e supremazia, ritardano e mettono a repentaglio il processo
di disarmo nucleare e di non proliferazione”.
“È ora di contrastare la logica
della paura con l’etica della responsabilità – ha concluso mons. Mamberti - alimentando
un clima di fiducia e di dialogo sincero, capace di promuovere una cultura di pace,
fondata sul primato del diritto e del bene comune, attraverso la cooperazione coerente
e responsabile di tutti i membri della comunità internazionale”.