Il Papa ai catechisti: "Educare alla fede è bello"
"Cari catechisti,
vi dico grazie per quello che fate, ma soprattutto perché ci siete nella Chiesa, nel
Popolo di Dio in cammino. Rimaniamo con Cristo, cerchiamo di essere sempre più una
cosa sola con Lui; seguiamolo, imitiamolo nel suo movimento d'amore, nel suo andare
incontro all'uomo; e usciamo, apriamo le porte, abbiamo l'audacia di tracciare strade
nuove per l'annuncio del Vangelo". Così Papa Francesco nel discorso in Aula Paolo
VI rivolto alle oltre 1600 persone da cinquanta paesi nel mondo che partecipano in
Vaticano al Congresso internazionale di Catechesi sul tema Il catechista,
testimone della fede. Ai nostri microfoni la testimonianza di alcuni
catechisti dalla Lombardia e dalla Sicilia che illustrano le sfide di usare linguaggi
adeguati per il primo annuncio della buona notizia e la necessità di cooperazione
con le famiglie e i parroci. "Non bisogna semplificare i Vangeli, ma semplicemente
spiegarli", precisa Mons. Pierangelo Sequeri, Preside della Facoltà Teologica dell'Italia
Settentrionale, intervenuto al Congresso con una relazione che ha approfondito
la dimensione della memoria Jesu. "L'Eucarestia è un luogo molto speciale su
cui l'apporto del catechista deve essere fondante e deve sgombrare da possibili derive
interpretative", ha aggiunto. "Non è né un luogo dove si fa culto delle reliquie,
né dove si fa un happening della fede". Da Cremona, il parroco don Alberto Franzini,
tra i partecipanti ai lavori dell'assise, ricorda che "l'importante è ripetere le
parole di Gesù, questo basta, cercando di non andare fuori tema". (a cura di Antonella
Palermo)