Pakistan: salito a 355 il numero delle vittime del sisma in Baluchistan. L'impegno
nei soccorsi della Caritas
E' arrivato a 355 il numero dei morti causati dal terremoto che ha colpito il Pakistan.
Un bilancio, secondo fonti locali, destinato ancora a salire a causa della difficoltà
di movimento dei soccorsi. Il sisma ha interessato – lo ricordiamo – una vasta zona
della provincia del Baluchistan. Sentiamo Maria Grazia Coggiola:
E' ancora difficile
tracciare un bilancio delle vittime e dei dispersi per la difficolta' di raggiungere
le zone terremotate che si trovano in una vasta zona montagnosa e desertica con strade
difficilmente percorribili. Le quadre di soccorso sono all'opera nel distretto di
Awaran, dove e' stato localizzato l'epicentro, ma non hanno ancora raggiunto tutti
i villaggi. Da quanto si e' appreso, l'emergenza e' ora di trasferire i feriti con
elicotteri negli ospedali di Karachi, che dista oltre 280 km. Il distretto, uno dei
piu' poveri della provincia del Baluchistan, e' infatti carente strutture sanitarie.
Secondo un portavoce del governo locale, ci sono almeno 300 mila persone senza tetto.
La forte scossa ha ridotto in macerie la maggior parte delle tradizionali case costruite
con mattoni di fango essiccato. Intanto incombe anche la minaccia di attentati dei
numerosi gruppi militanti separatisti attivi nella provincia che e' una delle piu'
pericolose del Pakistan Una squadra di medici e' stata attaccata da uomini armati
martedi' sera, ma senza conseguenze per l'intervento delle forze di sicurezza. Intanto
continua a incuriosire l'isolotto emerso nel Mar arabico, davanti alla costa di Gwadar,
un raro fenomeno indirettamente provocato dal sisma. Centinaia di pescatori e curiosi
sono sbarcati sulla formazione rocciosa che secondo i geologi pachistani e' ricca
di gas metano.
Sulla situazione dell’area terremotata, Giada Aquilino
ha intervistato Amjad Gulzar, direttore di Caritas Pakistan, direttamente impegnato
nei soccorsi:
R. – The earthquake... Il
terremoto è stato di magnitudo 7.8 sulla scala Richter. Grazie al governo e ad alcune
risorse che abbiamo in quella particolare zona, in Baluchistan, l’area terremotata
è stata inquadrata nella zona di Awaran. Anche altri distretti sono stati colpiti.
C’è il pericolo di altre scosse di assestamento e ci si aspetta che il numero dei
morti aumenti. Per le persone colpite, il governo e l’esercito pakistano stanno fornendo
nell’immediato rifugi di emergenza e cibo. Molte persone sono ancora a cielo aperto,
hanno perso le loro case e tutto quello che possedevano. I soccorritori medici hanno
già cominciato ad occuparsi di quella particolare area. Pure l’amministrazione del
distretto è attiva. Anche alcune infrastrutture pubbliche del governo sono state danneggiate
e quindi per il supporto e l’assistenza molti altri dipartimenti governativi si stanno
muovendo. Caritas Pakistan è preoccupata e ha fornito i primi aggiornamenti alla Caritas
Internationalis e il suo team si è già mosso verso l’area colpita per avere informazioni
e capire la situazione. Caritas Pakistan, inoltre, sta lavorando anche con le autorità
locali per contribuire a livello di aiuti umanitari.
D. – Quanto incide un
terremoto così forte su una zona come quella del Baluchistan?
R. – Baluchistan
compared to other provinces... Il Baluschistan in confronto ad altre province del
Pakistan è una zona marginalizzata e le persone perlopiù non sono benestanti. Si tratta
di gente vulnerabile che, quindi, sarà ancora più vulnerabile dopo questa crisi. Quindi
Caritas Pakistan sta lavorando in coordinamento con il distretto, con i volontari,
con il governo a livello provinciale, per trovare possibili mezzi per poter assistere
i sinistrati, fornendo assistenza medica, soccorso, cibo e occupandosi dei bisogni
dei bambini, fornendo loro anche kit di pronto soccorso e riparo.
D. – Qual
è l’appello di Caritas Pakistan e qual è l’aiuto che la Chiesa può dare in queste
ore?
R. – Caritas Pakistan is looking forward and towards... Caritas Pakistan
si rivolge al mondo perché si mobiliti per affrontare questa situazione di crisi,
per assistere le vittime e per fornire loro soccorso immediato attraverso cibo, ripari
di emergenza e assistenza medica. E in questa mobilitazione l’aiuto della Chiesa è
essenziale per assistere le vittime.
Dell’emergenza in Pakistan ci parla
anche Fabrizio Cavalletti, dell’ufficio Asia di Caritas Italiana, intervistato
da Giada Aquilino:
R. – Il Pakistan
è considerato un Paese a basso sviluppo umano: nell’ultima classifica che ogni anno
stila l’Undp è al 145 posto su 186. E’ un Paese in cui la popolazione vive una situazione
di povertà: anche l’area del Baluchistan è in questa situazione. Quindi la calamità
naturale evidentemente colpisce una popolazione che vive già in una situazione di
difficoltà e vulnerabilità. Al di là dell’intensità del terremoto, che è stata molto
grande e che quindi anche altrove sarebbe stato distruttivo, questa è la ragione per
cui ci sono danni molto ingenti.
D. – L’appello della Caritas qual è per il
Baluchistan?
R. – L’appello della Caritas è quello di cercare di intervenire
il prima possibile. In questo momento chi vuole esprimere una solidarietà e una generosità
può farlo inviando delle offerte che possono poi essere utilizzate sostenendo degli
interventi mirati che, appunto, la Caritas – in collaborazione le altre organizzazioni
– sta predisponendo per soccorrere la popolazione. E’ possibile utilizzare il conto
corrente di Caritas Italiana, che è visibile sul sito www.caritasitaliana.it.