Bolivia: a un mese dalla tragedia nel carcere di Palmasola la Chiesa chiede un nuovo
indulto
“Purtroppo, il decreto presidenziale di indulto approvato senza prendere in considerazione
le osservazioni e le proposte delle diverse istituzioni che si occupano del settore
penitenziario non corrisponde agli intenti umanitari del presidente Evo Morales e
non contribuisce neanche a mitigare la scandalosa situazione provocata dai ritardi
della giustizia e la crescente violenza nei carceri”. E’ la posizione espressa dalla
Chiesa boliviana in un comunicato nel quale giudica negativamente la portata limitata
dell’indulto dello scorso 16 settembre che “vedrà fuori dal carcere appena 601 persone”
in un sistema penitenziario segnato dal sovraffollamento causato in gran parte dai
ritardi della giustizia. La nota afferma che a beneficiare dell’indulto per sentenze
penali di meno di otto anni saranno solo 18 adulti, 34 adolescenti e giovani, 12 malati,
15 malati gravi, 2 handicappati e 3 padri o madri di famiglia, mentre gli altri sono
detenuti in via cautelare per delitti la cui pena è di meno di 4 anni. “Di conseguenza,
siamo convinti che ci sia stato un errore di valutazione, perchè se la decisione è
stata presa deliberatamente sulla base di questa previsione, rappresenta una beffa
contro la popolazione carceraria”, si legge nel comunicato firmato da mons. Jesús
Juárez Párraga, arcivescovo di Sucre e responsabile della Pastorale penitenziaria
e dal sacerdote Leonardo da Silva Costa, Coordinatore nazionale della Pastorale penitenziaria.
Tra le proposte della Chiesa spiccano un nuovo provvedimento presidenziale di clemenza
che contempli l’estensione dell’amnistia e la riorganizzazione integrale del sistema
penitenziario: nuove strutture carcerarie, efficienza del sistema giudiziario e programmi
di riabilitazione e di reinserimento sociale. La Chiesa rinnova il suo impegno pastorale
ad accompagnare spiritualmente le persone private della loro libertà e ad appoggiare
le istituzioni responsabili della formazione e dell’assistenza sanitaria, giuridica,
psicologica ed economica dei detenuti. Nella nota i vescovi colgono l’occasione per
rinnovare la vicinanza della Chiesa alle famiglie e alle persone che hanno perso i
loro cari nella tragica rivolta del 23 agosto nel carcere di Palmasola, nella quale
persero la vita 30 persone tra cui un bambino. (A cura di Alina Tufani)