Siria: 2 milioni di bambini ridotti alla fame. Attesa per il rientro degli ispettori
Onu
Dovrebbero rientrare oggi in Siria gli ispettori delle Nazioni Unite sulle armi chimiche,
mentre sul terreno sono segnalate nuove violenze. Il servizio di Marina Calculli: Un’offensiva dei
ribelli ieri ha cercato di sfondare il blocco sud ovest di Damasco e nel cuore della
capitale un’autobomba è esplosa provocando la morte di sette persone. Anche a Daraia
i lealisti e i ribelli continuano a scontrarsi; mentre nella provincia di Aleppo è
stato ucciso un uomo francese, convertitosi all’islam e nominato Abu Mohammad al-Faransi
era partito per la Siria per combattere tra gli islamisti anti Assad. Inoltre 13 gruppi
ribelli islamisti hanno firmato un documento in cui rifiutano la coalizione nazionale
siriana - il gruppo di opposizione politica in esilio – e non riconoscono il governo
recentemente eletto di Ahmad Toameh. Tra i 13 firmatari ci sono anche i Fronte al-Nusra,
le brigate Al Tawhid di Aleppo e Ahrar al-Sham. Molti dei loro combattenti non sono
siriani, il loro obiettivo è imporre la Sharia come unica fonte di legislazione e
fare della Siria uno stato islamico.
In Siria sono almeno due milioni i bambini
che combattono la guerra contro la fame. Lo denuncia Save the Children che ha presentato
un rapporto ieri, in occasione dell’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu. Nel
documento si racconta dei 7 milioni di abitanti caduti in povertà dall’inizio del
conflitto, di come nelle aree rurali di Damasco un bambino su venti sia malnutrito
e il 14% sia affetto da malnutrizione grave. Le famiglie, spiega ancora Save the Children,
non sono più in grado di produrre o comprare cibo. Francesca Sabatinelli ha
intervistato il portavoce in Italia, Filippo Ungaro: