Piano nazionale contro le droghe: presenti sul mercato 280 nuove sostanze psicoattive
Il Piano nazionale contro le droghe presentato a Palazzo Chigi ha evidenziato che
sono 280 le nuove sostanze psicoattive presenti sul mercato. I consumatori maggiori
sono i giovani, che riescono a reperire queste sostanze molto più facilmente di prima
sul web. In rete sono stati scoperti circa 700 falsi siti internet che vendono droghe
camuffate dagli oggetti più disparati, dai deodoranti ai fertilizzanti. Sono le cosiddette
droghe intelligenti, ma cosa sono e quali reazioni provocano? Elvira Ragosta
lo ha chiesto a Riccardo De Facci, vicepresidente e responsabile della sezione
dipendenze del Cnca, il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza: R.
- Sono droghe sintetiche, nella maggior parte dei casi; o droghe di estrazione naturale
ma molto mirate – come funghi, allucinogeni vari che magari erano nella tradizione
di alcuni popoli – che nel mondo occidentale vengono fruite sempre di più in questi
negozi, o finte erboristerie. La pericolosità è che questa forma di vendita e di consumo
sta rafforzando sempre di più un modello di utilizzo di queste sostanze che, nella
sua criticità, perde completamente la dinamica della socializzazione. Quindi è un
pericolo grandissimo.
D. – L’allarme lanciato dal Dipartimento per le politiche
antidroga riguarda anche la difficoltà per gli operatori sanitari di riconoscere i
sintomi di queste nuove sostanze psicoattive...
R. – Abbiamo sintomi e situazioni
che non ci fanno capire realmente di cosa ci stiamo occupando, cosa sta succedendo,
quale potrebbe essere la risposta di tutela sanitaria da dare. Noi abbiamo deciso
di intervenire, con tutte le criticità, anche in contesti tipo concerti, rave party
e situazioni di questo tipo perché molto pericolose per i giovani. Noi teniamo soprattutto
alla loro salute.
D. – Poi ci sono le droghe da “stupro” reperibili anche in
farmacia. Nell’ultimo anno sono stati 83 i casi di violenza sessuale verso le donne
attraverso queste sostanze...
R. – Il problema non è più soltanto il consumo
della sostanza ma ci sono anche una serie di fattori connessi: la violenza, la perdita
di coscienza, la non lucidità... Molte persone purtroppo ci raccontano troppe volte
di svegliarsi la mattina e di non ricordare assolutamente nulla di quello che è successo
la sera prima.
D. – Come si possono aiutare gli operatori sanitari?
R.
– La diffusione di un sistema di informazione e di scambio sui vari consumi; su quello
che sta succedendo nei territori; conoscere quali sono le sostanze in circolazione
affinché diventino un patrimonio di tutto il sistema sanitario, del pronto soccorso
e delle dipendenze. Se noi iniziamo a scambiarci questo tipo di conoscenza – attraverso
internet ed i nuovi media che ci permettono velocità incredibili – coloro che lavorano
nell’ambito del “divertimento” - nel momento in cui vengono in possesso di una serie
di informazioni, che spesso i giovani raccontano - devono diventare, insieme agli
altri, i primi “segnalatori” di quello che sta circolando e su quali sono i pericoli.