Papa Francesco: migranti e rifugiati non sono pedine nello scacchiere dell'umanità
Migranti e rifugiati non sono pedine nello scacchiere dell’umanità. Così Papa Francesco
nel messaggio diffuso ieri in vista della 100.ma Giornata Mondiale del Migrante e
del Rifugiato che si celebra il prossimo 19 gennaio sul tema “Migranti e rifugiati:
verso un futuro migliore”. Il Pontefice denuncia lo sfruttamento e la tratta, esorta
tutti i Paesi ad affrontare in sinergia le difficoltà connesse alle migrazioni ed
infine invita ad una conversione di atteggiamenti: da pregiudizi e paure alla cultura
dell’incontro. Paolo Ondarza:
Nell’epoca della
globalizzazione Papa Francesco chiede di affrontare e gestire in modo nuovo, equo
ed efficace la realtà delle migrazioni, a partire da una cooperazione internazionale
e uno spirito di profonda solidarietà e compassione. La speranza di un mondo migliore
accomuna tutta l’umanità - rileva – “è quindi necessario operare perché vi siano
condizioni di vita più dignitose per tutti”. “Il mondo – aggiunge Papa Francesco –
può migliorare solo se l’attenzione primaria è rivolta alla persona, se la promozione
della persona è integrale, in tutte le dimensioni, inclusa quella spirituale; se si
è capaci di passare da una cultura dello scarto ad una cultura dell’incontro e dell’accoglienza”.
“Migranti
e rifugiati”, infatti “non sono pedine nello scacchiere dell’umanità”, scrive il
Papa, “si tratta di bambini, donne e uomini che abbandonano o sono costretti ad abbandonare
le loro case per varie ragioni”. “Alla solidarietà e all’accoglienza” spesso – prosegue
- si contrappongono il rifiuto, la discriminazione, i traffici dello sfruttamento,
del dolore e della morte. “A destare preoccupazione sono soprattutto le situazioni
in cui la migrazione non è solo forzata, ma addirittura realizzata attraverso varie
modalità di tratta delle persone e di riduzione in schiavitù”.
“Il lavoro schiavo
oggi è moneta corrente”. La Chiesa - aggiunge il Papa - non può tacere le situazioni
di miseria da cui fuggono milioni persone le quali, “mentre sperano di trovare compimento
alle loro attese, incontrano, spesso sventure più gravi che feriscono la loro dignità
umana”. Papa Francesco cita Benedetto XVI invocando una stretta collaborazione, "senza
sollevare barriere insormontabili", tra Paesi di provenienza e Paesi di approdo, accompagnata
da normative internazionali. “Nessun paese può affrontare da solo - scrive - le difficoltà
di un fenomeno” che ormai interessa tutti i Continenti".
Quindi il Pontefice
chiede di favorire la creazione di “migliori condizioni economiche in patria, in modo
che l’emigrazione non sia l’unica opzione per chi cerca pace, giustizia, sicurezza
e pieno rispetto della dignità umana”; “creare opportunità di lavoro nelle economie
locali – spiega – eviterà la separazione delle famiglie, garantendo serenità e stabilità”.
Infine il Papa chiede di abbandonare pregiudizi e paure nel considerare le
migrazioni e per questo fa appello ai mezzi di comunicazione sociale: grande infatti
la loro responsabilità nello “smascherare falsi stereotipi e offrire corrette informazioni
circa la denuncia dell’errore di alcuni, ma anche la descrizione dell’onestà, la rettitudine,
la grandezza d’animo dei più”. “Nel volto di ogni persona – conclude il Santo Padre
– è impresso il volto di Dio. "Non i criteri di efficienza, produttività, ceto sociale,
appartenenza etnica o religiosa fondano la dignità della persona, ma l’essere creati
a immagine e somiglianza di Dio. Ecco che il migrante non è solo un problema da affrontare,
ma un fratello da accogliere, “un’occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire
alla costruzione di una società più giusta, una democrazia più compiuta, un paese
più solidale, secondo il Vangelo”. "Le migrazioni – scrive Papa Francesco possono
far nascere possibilità di nuova evangelizzazione”.
Come per la Santa Famiglia
di Nazaret fuggita in Egitto – è l’auspicio del Pontefice – anche nel cuore del migrante
e del rifugiato sia salda la certezza che Dio non abbandona mai.