Kenya: ancora uomini armati nel Centro commerciale di Nairobi attaccato dagli Al Shabaab
Ci sarebbero ancora ''uno o due'' uomini armati all'interno del Centro commerciale
di Nairobi assaltato da un gruppo di guerriglieri islamici Al Shabaab. Lo riferiscono
fonti della sicurezza del Paese africano, ma anche testimoni che questa mattina hanno
udito una raffica di mitra. Ieri sera il governo aveva annunciato che il mall era
stato ripulito dai terroristi e che tutti gli ostaggi erano stati portati in salvo.
Il servizio è di Salvatore Sabatino:
Sembrava finito
l’incubo al Westgate di Nairobi. Tutti ne erano convinti, anche il governo del Kenya,
che ieri sera ha dato l’annuncio dell’avvenuta “bonifica”. Stamattina, invece, la
smentita è arrivata dalla cronaca; da quella raffica di mitra che ha gelato il sangue
di un intero Paese. Segno che il centro commerciale è tutt’altro che messo al sicuro.
Secondo fonti locali sarebbero almeno un paio i terroristi ancora presenti nella struttura.
Combattenti islamici al Shabaab, somali, ma anche arabi e caucasici, che hanno tenuto
per tre giorni tutti con il fiato sospeso. Tre di loro sono stati uccisi; almeno 10
sono stati fermati. Autori di quello l’intera comunità internazionale ha definito
“un atto terribile”. Con un bilancio drammatico: almeno 62 morti e 63 dispersi; circa
200, invece, i feriti secondo la Croce Rossa locale, ma c'e' il rischio che il numero
dei decessi possa lievitare, a causa delle gravi condizioni in cui versano alcune
persone rimaste colpite durante il lungo assalto. Ieri, inoltre, si era rischiata
un’altra strage: gli ostaggi rimasti bloccati nel mall sono stati protagonisti di
una vera e propria battaglia tra guerriglieri e forze di sicurezza. Alla fine, però,
tutti sono stati liberati.
E la drammatica vicenda del Westgate di Nairobi,
a detta di diversi osservatori, potrebbe creare problemi al presidente del Kenya,
Uhuru Kenyatta, già inquisito dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja. Il servizio
di Giulio Albanese:
Il raid compiuto
dai miliziani al Shabaab mette ora nei guai la leadership del neo presidente kenyano
Uhuru Kenyatta, anzitutto perché ha dimostrato che l’intervento militare kenyano in
territorio somalo, avviato due anni or sono dall’ex presidente Mwai Kibaki, si è rivelato
inconcludente. Inoltre, ha evidenziato la debolezza strutturale dell’intelligence
kenyana, incapace di far fronte alla minaccia terroristica. E dire che a Nairobi tutti
sanno, per esempio, che il business delle armi è fiorente nei quartieri popolati
tradizionalmente dai somali! Da rilevare inoltre che sono molti gli esponenti politici
kenyani che vorrebbero far pagare le conseguenze del raid di Westgate ai rifugiati
somali, dichiarando la chiusura del vastissimo campo di Dadaab, e il pretesto sarebbe
la possibile presenza tra i profughi di gruppi terroristici.