2013-09-24 16:10:21

Celebrazioni per il 1700.mo anniversario dell'Editto di Costantino: interviste con mons. Hocevar e Marko Nikolic


Il dialogo tra le Chiese di Oriente ed Occidente rappresenta una condizione indispensabile per il processo di riconciliazione tra i popoli della ex Yugoslavia e dei Balcani. Ne è convinto mons. Stanislav Hocevar, arcivescovo metropolita di Belgrado. A conclusione delle celebrazioni avvenute a Nis, nella Serbia meridionale, in occasione del XVII centenario dell’Editto di Costantino, mons. Hocevar interviene sui prossimi sviluppi ecumenici in Serbia all’indomani della visita nel Paese dell’inviato speciale del Papa, cardinale Angelo Scola. L’intervista è di Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. - È stato molto importante attualizzare l’Editto di Milano ed attualizzarlo per le nostre circostanze in cui risulta molto importante specialmente la promozione della riconciliazione ed un nuovo desiderio per l’unità dei cristiani. Ecco perché abbiamo organizzato la celebrazione conclusiva in questo senso: i giovani dovrebbero essere portatori di questa nuova visione.

D. – Secondo lei l’Europa, quindi l’avvicinamento all’Europa, quanto potrebbe rafforzare l’unione tra i cristiani dei Paesi balcanici?

R. – Quanto più l’Europa sarà unita, quanto più sarà matura la politica dell’Europa e specialmente quanto più sarà forte e profondo il cristianesimo in Europa tanto più si promuoverà anche l’unità tra i cristiani. Non possiamo dimenticare che solo quando collaborano ambedue queste dimensioni – quella politica sociale e quella religiosa e morale – tanto più anche l’unità dei cristiani sarà rafforzata. L’unità dei cristiani è la “grazia” più alta, più preziosa, e per poter arrivare a questa piena unità deve maturare la “totalità della vita”: non possiamo essere uniti soltanto ad un livello ma lo dobbiamo essere integralmente. Ecco perché è molto importante che l’Europa cresca e che abbia una nuova apertura verso l’Oriente; e che l’Oriente cresca nella sua identità.

Il tema dell’ecumenismo e dell’unità tra le Chiese sorelle di Oriente e Occidente è fortemente presente anche nella comunità serbo-ortodossa come strada maestra per rilanciare i valori cristiani nelle società balcaniche e in un’ottica europea. Come spiega al microfono di Stefano Leszczynski il dottor Marko Nikolic, ricercatore presso l’Istituto di Politica ed economia internazionale di Belgrado ed autore di un libro sull’ecumenismo in Serbia:RealAudioMP3

R. – E’ molto importante il concetto del fenomeno dell’ecumenismo, sia a livello teorico che a livello pratico, per la società serba; perché questo concetto supporta il fenomeno del dialogo inteso come valore. L’ecumenismo è molto importante anche per il processo di integrazione della Serbia nella Comunità europea, nell’Unione Europea.

D. – L’ecumenismo, e quindi l’unità dei cristiani, sono precondizioni secondo lei per arrivare ad un dialogo interreligioso; o è necessario portarle avanti contemporaneamente a questa iniziativa?

R. – Dipende di quale livello parliamo: prima di tutto secondo me è più importante migliorare il dialogo intercristiano e poi “imparare” anche il dialogo interreligioso.

D. – Perché viene ritenuto così importante l’ambito ecumenico per il rafforzamento della democrazia e per un maggiore sviluppo anche delle istituzioni secolari del Paese?

R. – Perché i valori cristiani sono i fondamenti di ogni dialogo. Per questo è molto importante promuovere tali valori cristiani anche nelle società - nell’area economica e politica – affinché ci siano le condizioni per un processo integrativo, ma anche al fine dell’evangelizzazione.









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