Celebrazioni per il 1700.mo anniversario dell'Editto di Costantino: interviste con
mons. Hocevar e Marko Nikolic
Il dialogo tra le Chiese di Oriente ed Occidente rappresenta una condizione indispensabile
per il processo di riconciliazione tra i popoli della ex Yugoslavia e dei Balcani.
Ne è convinto mons. Stanislav Hocevar, arcivescovo metropolita di Belgrado.
A conclusione delle celebrazioni avvenute a Nis, nella Serbia meridionale, in occasione
del XVII centenario dell’Editto di Costantino, mons. Hocevar interviene sui prossimi
sviluppi ecumenici in Serbia all’indomani della visita nel Paese dell’inviato speciale
del Papa, cardinale Angelo Scola. L’intervista è di Stefano Leszczynski:
R. - È stato
molto importante attualizzare l’Editto di Milano ed attualizzarlo per le nostre circostanze
in cui risulta molto importante specialmente la promozione della riconciliazione ed
un nuovo desiderio per l’unità dei cristiani. Ecco perché abbiamo organizzato la celebrazione
conclusiva in questo senso: i giovani dovrebbero essere portatori di questa nuova
visione.
D. – Secondo lei l’Europa, quindi l’avvicinamento all’Europa, quanto
potrebbe rafforzare l’unione tra i cristiani dei Paesi balcanici?
R. – Quanto
più l’Europa sarà unita, quanto più sarà matura la politica dell’Europa e specialmente
quanto più sarà forte e profondo il cristianesimo in Europa tanto più si promuoverà
anche l’unità tra i cristiani. Non possiamo dimenticare che solo quando collaborano
ambedue queste dimensioni – quella politica sociale e quella religiosa e morale –
tanto più anche l’unità dei cristiani sarà rafforzata. L’unità dei cristiani è la
“grazia” più alta, più preziosa, e per poter arrivare a questa piena unità deve maturare
la “totalità della vita”: non possiamo essere uniti soltanto ad un livello ma lo dobbiamo
essere integralmente. Ecco perché è molto importante che l’Europa cresca e che abbia
una nuova apertura verso l’Oriente; e che l’Oriente cresca nella sua identità.
Il
tema dell’ecumenismo e dell’unità tra le Chiese sorelle di Oriente e Occidente è fortemente
presente anche nella comunità serbo-ortodossa come strada maestra per rilanciare i
valori cristiani nelle società balcaniche e in un’ottica europea. Come spiega al microfono
di Stefano Leszczynski il dottor Marko Nikolic, ricercatore presso l’Istituto
di Politica ed economia internazionale di Belgrado ed autore di un libro sull’ecumenismo
in Serbia:
R. – E’ molto
importante il concetto del fenomeno dell’ecumenismo, sia a livello teorico che a livello
pratico, per la società serba; perché questo concetto supporta il fenomeno del dialogo
inteso come valore. L’ecumenismo è molto importante anche per il processo di integrazione
della Serbia nella Comunità europea, nell’Unione Europea.
D. – L’ecumenismo,
e quindi l’unità dei cristiani, sono precondizioni secondo lei per arrivare ad un
dialogo interreligioso; o è necessario portarle avanti contemporaneamente a questa
iniziativa?
R. – Dipende di quale livello parliamo: prima di tutto secondo
me è più importante migliorare il dialogo intercristiano e poi “imparare” anche il
dialogo interreligioso.
D. – Perché viene ritenuto così importante l’ambito
ecumenico per il rafforzamento della democrazia e per un maggiore sviluppo anche delle
istituzioni secolari del Paese?
R. – Perché i valori cristiani sono i fondamenti
di ogni dialogo. Per questo è molto importante promuovere tali valori cristiani anche
nelle società - nell’area economica e politica – affinché ci siano le condizioni per
un processo integrativo, ma anche al fine dell’evangelizzazione.