Siria. Assad: non mi preoccupano pressioni dei Paesi occidentali
Il lavoro delle diplomazie non ferma i combattimenti in Siria: le milizie del Libero
esercito siriano, braccio armato dell’opposizione, hanno rivendicato la conquista
di undici villaggi nei pressi di Aleppo, mentre nel nord del Paese si segnalano nuovi
scontri tra le diverse fazioni di ribelli. Intanto Assad torna a mostrare sicurezza
davanti le pressioni dei Paesi occidentali. Il servizio di Marco Guerra:
“Stati Uniti,
Francia e Regno Unito cercano soltanto di passare per vincitori in una guerra contro
il loro nemico immaginario, la Siria”. In un’intervista alla televisione cinese, il
presidente siriano Assad ostenta sicurezza, sostenendo di “non essere preoccupato”
per i tentativi dei Paesi occidentali di far approvare l’uso della forza in sede Onu.
Assad evoca anche il rischio che gruppi terroristici, guidati dall’esterno, potrebbero
attaccare ispettori Onu durante le visite agli arsenali di Damasco, per poi far ricadere
la colpa sul governo. E sempre al fianco del regime resta la Russia che, attraverso
il ministro degli Esteri Lavrov, ha ribadito: “l'uso della forza sarà a favore dei
ribelli islamici, che andranno al potere”. Parole che arrivano mentre si apre una
settimana cruciale alle Nazioni Unite, dove la crisi siriana sarà al centro del dibattito
tra 200 delegati riuniti a New York. Intanto sul terreno proseguono i combattimenti,
il Libero esercito siriano annuncia la conquista di 11 villaggi nella zona rurale
di Aleppo. Scontri sempre più cruenti anche tra le diverse fazioni dei ribelli: diversi
miliziani stranieri e Abu Abdullah al-Libi, capo militare dello Stato islamico dell'Iraq
e del Levante, organizzazione affiliata ad al-Qaeda, sono stati uccisi vicino al confine
con la Turchia. Lo stesso movimento jihadista accusa il Libero esercito siriano, che
a sua volta nega ogni coinvolgimento.