2013-09-23 17:03:02

Il Papa a Cagliari invita i giovani a fidarsi di Gesù e il mondo della cultura a promuovere il dialogo


Gli ultimi due appuntamenti della sua lunga giornata a Cagliari, Papa Francesco li ha dedicati all’incontro con il mondo della cultura nell’Aula Magna della Pontificia facoltà teologica della Sardegna, e poi all’abbraccio con migliaia di giovani riuniti nel Largo Carlo Felice del capoluogo sardo. Il messaggio che lascia è guardare al futuro con coraggio e con la speranza radicata nella fede in Dio e in una cultura che promuove il discernimento, la prossimità e la solidarietà. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Non una lezione, ma riflessioni a voce alta su tre parole chiave: disillusione, rassegnazione e speranza. E’ quanto il Papa ha proposto al mondo della cultura della Sardegna rileggendo “in chiave esistenziale” l’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus di ritorno da Gerusalemme. Come loro erano delusi, disorientati e sofferenti per la morte di Gesù, spiega il Pontefice, così l’uomo di oggi è disilluso per una crisi che ne ha scosso le certezze fondamentali, crisi che è fonte di pericolo, precisa, ma anche di opportunità. A questa realtà si può reagire, allora come ora, con la rassegnazione e il pessimismo che però portano ad una “sorta di paralisi dell’intelligenza e della volontà”. Oppure si può fuggire dalla realtà, lavandosene le mani:

"Un atteggiamento che appare 'pragmatico', ma che di fatto ignora il grido di giustizia, di umanità e di responsabilità sociale e porta all’individualismo, all’ipocrisia, se non ad una sorta di cinismo".

Da qui la risposta del Papa:

"Penso non solo che ci sia una strada da percorrere, ma che proprio il momento storico che viviamo ci spinga a cercare e trovare vie di speranza, che aprano orizzonti nuovi alla nostra società. E qui è prezioso il ruolo dell’Università".

Per il Papa le Università formano innanzitutto al discernimento: a non fuggire cioè ma a leggere la realtà senza paura, sulla base di principi etici e spirituali e di una visione della persona in tutte le sue dimensioni. Questo è il fondamento che alimenta la speranza, come la cultura della prossimità che si elabora all’Università:

"Questa cultura del dialogo, che non livella indiscriminatamente differenze e pluralismi - uno dei rischi della globalizzazione - e neppure li estremizza facendoli diventare motivo di scontro, ma apre al confronto costruttivo".

“Il discernimento della realtà, assumendo il momento della crisi e la promozione di una cultura dell’incontro”, conclude il Papa, “orientano verso la solidarietà, elemento fondamentale per rinnovare la nostra società”. Anche ad essa forma l’Università. “Non c’è futuro” - così il Pontefice prima di lasciare la Facoltà teologica – “se non sapremo essere tutti più solidali. Ma le ultime parole sono un invito che nasce spontaneo alla platea …

"Il coraggio sia il tempo musicale per andare avanti…".

E speranza è la parola chiave che il Papa ha consegnato anche a migliaia di giovani che lo hanno atteso all Largo Carlo Felice prima di partire per Roma. Il clima di festa, gli ricorda, dice, la Gmg di Rio.

(Voce di una ragazza)
"Santo Padre buonasera! Anzi, ciao!"

I ragazzi gli esprimono le loro paure sul futuro, i dubbi di fede, pur dichiarandogli di essere pronti a fare delle loro vite qualcosa di grande. Ne nasce un colloquio che il Papa arricchisce anche di ricordi personali. “In giovinezza capita”, è la sua riflessione in risposta ad una serie di domande, “di vivere fallimenti e frustrazioni”, “pensateci un momento…. è un‘esperienza che scoraggia”. “Voi mi chiedete cosa fare?” Innanzitutto, questa è la risposta del Pontefice, non lasciarsi vincere dal pessimismo, perchè:

"…un giovane senza gioia è preoccupante".

Tantomeno, aggiunge, cercare consolazione dai “mercanti di morte”. Occorre invece uscire con coraggio da se stessi, senza lamentarsi, e fidarsi di Gesù, come fa Pietro sul lago di Galilea quando dice: “Sulla tua parola getterò le reti”.

"Le difficoltà non devono spaventarvi, ma spingervi ad andare oltre. Sentite rivolte a voi le parole di Gesù: Prendete il largo e calate le reti, giovani di Sardegna! Siate sempre più docili alla Parola del Signore: è Lui, è la sua Parola, è il seguirlo che rende fruttuoso il vostro impegno di testimonianza".

Seguire Gesù è impegnativo vuol dire non accontentarsi ma puntare in alto con coraggio:

"Quando tutto sembra fermo e stagnante, quando i problemi personali ci inquietano, i disagi sociali non trovano le dovute risposte, non è buono darci per vinti. La strada è Gesù: farlo salire sulla nostra 'barca' e prendere il largo con Lui! Lui è il Signore! Lui cambia la prospettiva della vita. La fede in Gesù conduce a una speranza che va oltre, a una certezza fondata non soltanto sulle nostre qualità e abilità, ma sulla Parola di Dio, sull’invito che viene da Lui".

Ma ai giovani della Sardegna, Papa Francesco lascia anche un’ultima sollecitazione: siete chiamati anche voi a diventare pescatori di uomini, quindi:

"Non esitate a spendere la vostra vita per testimoniare con gioia il Vangelo, specialmente ai vostri coetanei".







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