Compie 65 anni la Casa Salesiana di San Giovanni Bosco di Roma, conosciuta come Borgo
Ragazzi Don Bosco. I festeggiamenti sono previsti a dicembre, mentre il 16 ottobre
ci sarà un’udienza con il Papa. Tante le attività portate avanti ogni anno, dall’oratorio
alla casa famiglia. Il direttore, don Stefano Aspettati, ha spiegato ad Elisa
Sartarelli com’è cominciata quest’avventura che ha avuto inizio nel secolo scorso:
R. - 65 anni
fa è iniziata l’avventura del Borgo Ragazzi Don Bosco, nel 1948, quando quelli che
erano considerati gli sciuscià, cioè i ragazzi di strada che affollavano Roma nel
Dopoguerra, considerati una piaga della società, venivano accolti dai salesiani in
questo luogo, una ex caserma sulla Via Prenestina. Quei ragazzi da subito non furono
più chiamati “sciuscià” dai Salesiani, ma "ragazzi di don Bosco"; da qui è nato il
nome dell’opera. Alcuni furono accolti semplicemente per giocare, per essere tolti
dalla strada; molti altri a mangiare, a vestirsi e altri ancora accolti in maniera
fissa, residenziale. Quindi i primi 800–1000 ragazzi che arrivarono si sono moltiplicati
nel corso degli anni fino ad oggi.
D. - Quali sono le attività portate avanti
oggi?
R. - Il Borgo Ragazzi Don Bosco durante i 65 anni di attività ha chiaramente
mutato un po’ la sua fisionomia a livello di attività ma sicuramente non ha mutato
il cuore, specialmente quella connotazione tipicamente salesiana a favore dei giovani
più poveri. Attualmente, fanno parte del Borgo Don Bosco l’oratorio – la tipica attività
slesiana, con attività che vanno dall’esperienza del gioco libero nel cortile, allo
sport organizzato, al teatro, alla musica, alla formazione umana e cristiana dei gruppi
giovanili –, il centro di formazione professionale, che avvia i giovani al mondo del
lavoro - oggi conta circa 150 allievi –, un centro di accoglienza per i minori – che
segue ogni anno circa 150 giovani tra italiani e stranieri – che sono rimasti fuori
dai percorsi formativi istituzionali per varie vicende, anche penali. C’è anche una
casa famiglia per i minori e un movimento di famiglie disponibili per l’affido e la
solidarietà familiare. In tutto, il giro supera i mille ragazzi.
D. - I 65
anni del Borgo Ragazzi cadevano a luglio, ma i festeggiamenti sono previsti per dicembre
...
R. - Sì, abbiamo in programma innanzitutto la partecipazione con tutti
i nostri ragazzi mercoledì 16 ottobre a un’udienza con il Santo Padre, poi il 4 dicembre
faremo un convegno al Campidoglio e subito dopo, il 6 dicembre, abbiamo organizzato
una cena di raccolta fondi presso una sala dei Musei Vaticani; e infine un concerto
a conclusione dei festeggiamenti, il primo febbraio. Noi cerchiamo di fare quello
che ci ha insegnato Don Bosco e che i tanti salesiani che si sono susseguiti qui al
Borgo hanno fatto, cioè dare di più a chi ha di meno. Quindi cerchiamo di prenderci
cura dei giovani a partire dai loro bisogni primari che a volte sono l’istruzione
o l’inserimento nel mondo del lavoro, per arrivare a quei bisogni più alti e più profondi,
come interrogarsi sulla propria vita e anche sull’esperienza di Dio.