Siria: l'opposizione apre alla Conferenza di Ginevra
La coalizione siriana d’opposizione è disponibile a partecipare alla conferenza di
Ginevra, proposta da Stati Uniti e Russia, ad alcune condizioni. Lo afferma, in una
lettera indirizzata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Ahmad Jarba, che presiede
il gruppo. “Tutte le parti – scrive Jarba – devono concordare sul fatto che lo scopo
della Conferenza sia di arrivare ad un governo di transizione con pieni poteri”. L’opposizione
insiste, inoltre, sul fatto che Bashar al-Assad non abbia alcun ruolo nell’amministrazione
ad interim, una condizione che il Presidente in carica aveva già rifiutato in passato.
Jarba, infine, chiede al Consiglio di Sicurezza di non escludere l’uso della forza
nel caso il regime rifiuti di consegnare tutte le armi chimiche in suo possesso, e
invita le Nazioni Unite a prendere tutte le “misure necessarie” per garantire un effettivo
‘cessate il fuoco’ nel Paese in guerra. Un invito a risolvere la crisi siriana senza
un intervento militare è arrivato, intanto dal Presidente iraniano Hassan Rohani,
secondo cui “non dobbiamo spegnere la guerra con la guerra, ma con la politica e il
dialogo”. Tuttavia, Rohani ha rivolto un monito ai Paesi occidentali: “Non cercate
– ha detto – una nuova guerra nella regione, perché ve ne pentireste”.
In
questo quadro, si fa quindi ancora più alto il grido alla riconciliazione lanciato
dalla comunità internazionale nell’odierna Giornata internazionale della pace, più
volte sollecitato da Papa Francesco. Il servizio di Giada Aquilino:
“Impegniamoci
tutti a incoraggiare gli sforzi per una soluzione diplomatica e politica dei focolai
di guerra che ancora preoccupano”. Con queste parole, mercoledì scorso al termine
dell’udienza generale, Papa Francesco ha esortato i “cattolici di tutto il mondo ad
unirsi agli altri cristiani per continuare ad implorare da Dio il dono della pace
nei luoghi più tormentati del nostro pianeta”. In particolare, il pensiero del Santo
Padre è andato “alla cara popolazione siriana, la cui tragedia - ha detto - può essere
risolta solo col dialogo e la trattativa”. Dopo la Giornata di preghiera e digiuno
per la pace in Siria e nel mondo, voluta dal Pontefice lo scorso 7 settembre, l’occasione
si ripropone con la Giornata internazionale della pace, indetta ieri dall’Onu, sul
tema “L’educazione per la pace”. Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec), che raccoglie
oltre 300 confessioni cristiane, nella ricorrenza ha invitato i propri membri a pregare
per la riconciliazione. Philippa Hitchen ha intervistato Olav Fykse Tveit, segretario
generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese:
“I think it is now time to continue
the strong involvement …. Adesso bisogna continuare a portare avanti l’importante
impegno delle ultime settimane per scongiurare un intervento militare e chiedere che
venga organizzata una ‘Ginevra 2’, che abbia l’autorità e la possibilità di negoziare
una vera soluzione. Abbiamo constatato che le Chiese hanno un ruolo veramente importante
nella formazione dell’opinione pubblica in molti Paesi, ma anche nell’offrire suggerimenti
ai governi, affinché trovino una strada verso la pace”.
Mentre la comunità
internazionale discute sulla possibilità di convocare a Ginevra una seconda Conferenza
sulla crisi siriana, l’impegno del Consiglio Ecumenico delle Chiese per una sensibilizzazione
alla pace è già cominciato. Nei giorni scorsi alla sede di Ginevra del Cec si è tenuto
un incontro tra leader religiosi di Siria, Russia, Usa ed Europa, Lakhdar Brahimi,
inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba per la Siria, e l’ex segretario generale
delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Decisi i prossimi passi:
“We will organize… Organizzeremo
una conferenza parallela nel nostro Centro ecumenico a Ginevra, alla quale inviteremo
a partecipare i leader delle Chiese e i leader di altre religioni per discutere quale
possa essere il nostro contributo, per manifestare la nostra volontà, per dare coraggio
e per pregare per una soluzione alla crisi. Abbiamo constatato anche che, quando si
convoca una Conferenza di pace, serve sia un grande supporto sia una grande creatività.
Credo che i capi delle Chiese e gli altri leader possano portare il loro contributo
per cercare di stabilire la pace dopo un accordo, per arrivare alla riconciliazione
e costruire un futuro insieme”.