L’Iran si propone come mediatore nella crisi siriana
Nella soluzione della guerra siriana spunta la “pedina” Iran. Il presidente Rohani,
infatti, si è detto pronto a "facilitare" il dialogo tra governo di Assad e l’opposizione.
Intanto il segretario di Stato americano Kerry spinge l’Onu a stringere i tempi per
una soluzione, mentre sul terreno si continua a morire. Il servizio è di Marina
Calculli:
Il presidente
iraniano Rohani si è detto pronto a facilitare il dialogo tra il regime di Assad e
l’opposizione per mettere fine al conflitto siriano. L’Iran è un alleato cruciale
del governo di Damasco, finora messo a margine nei summit internazionali per via del
suo controverso programma nucleare. Ma Teheran sembra sempre più intenzionata a rompere
l’isolamento: Rohani ha, infatti, chiesto di poter incontrare il presidente francese
Hollande al margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite la settimana prossima
per discutere della Siria. Parigi, però, proprio ieri ha nuovamente espresso l’intento
di inviare più armi all’esercito siriano libero, il primo e principale gruppo di combattenti
anti-Assad. Mosca, dal suo canto, si erge a garante delle buone intenzioni di Damasco:
il presidente russo Putin è fiducioso che Assad onorerà l’impegno di distruggere il
suo arsenale, ma rimarca: “il sarin usato nell’attacco del 21 agosto sembra artigianale
e questo ci fa pensare che sino stati i ribelli a utilizzarlo”. Intanto sul terreno
le violenze si intensificano. Ieri il villaggio di Azaz, vicino alla frontiera turca,
già assediato da giorni, è stato preso dai gruppi jihadisti. Nella provincia di Homs,
invece, un’autobomba è stata fatta esplodere in una zona a maggioranza alawita.