Siria: braccio di ferro all'Onu sull'uso della forza. Ispettori torneranno a Damasco
All’Onu continua la spaccatura sull’uso della forza nella crisi siriana, mentre Damasco
avrebbe consegnato a Mosca le prove dell’utilizzo di armi chimiche da parte dei ribelli.
Lunedì se ne parlerà anche al Cairo alla riunione dei ministri degli Esteri della
Lega Araba. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Gli ispettori
dell'Onu esperti di armi chimiche torneranno "presto" in Siria per indagare sulle
accuse sia nei confronti del regime che dell'opposizione. Lo ha annunciato il capo
dell’equipe, lo svedese Sellstrom, mentre in sede di Consiglio di sicurezza si continua
a discutere senza un’intesa per una risoluzione che recepisca l'accordo sul disarmo
chimico stretto tra Stati Uniti e Russia. Le posizioni restano distanti: al fianco
di Washington, sempre Francia, Gran Bretagna e Turchia, ma anche il segretario generale
dell’Onu, che vorrebbero inserire nel testo il “capitolo 7” della Carta delle Nazioni
Unite, che prevede l'uso della forza in caso di inadempienza. Mosca non ci sta e dopo
l’incontro di oggi con il presidente siriano Assad ribadisce di avere prove sufficienti
della responsabilità dei ribelli nell’attacco chimico di agosto ad al Goutha e si
dice pronta a portarle in sede Onu. Il regime ringrazia, la posizione russa, dice,
puo' contribuire ad un nuovo equilibrio mondiale diversamente dagli altri feroci attacchi.
Intanto sul terreno si combatte e si muore: a Damasco secondo fonti ufficiali stamattina
cinque le vittime e decine i feriti per alcuni colpi di mortaio lanciati dai ribelli
su quartieri centrali,mentre continua l’offensiva aerea del regime a nord della capitale.