Il Papa all'udienza generale: la Chiesa è una mamma misericordiosa che non chiude
mai le porte
Come mercoledì scorso, anche nella catechesi dell’udienza generale di ieri il Papa
è tornato sull’immagine della Chiesa come madre “che sa essere sempre paziente, misericordiosa,
comprensiva, e che sa metterci nelle mani di Dio”. Il servizio di Giada Aquilino:
La Chiesa, “buona
mamma” che insegna ai propri figli “la strada giusta” nella vita, li accompagna anche
quando sbagliano, cerca “di raddrizzare” il loro cammino, li mette “nelle mani del
Signore, con la preghiera”. E tutto ciò le viene dal cuore. È una riflessione sulla
“nostra madre Chiesa” - e sul volto che essa “dovrebbe avere” - quella che il Papa
ha proseguito oggi in Piazza San Pietro:
“La Chiesa è così, è una mamma
misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare, di incoraggiare anche di
fronte ai suoi figli che hanno sbagliato e che sbagliano, non chiude mai le porte
della Casa; non giudica, ma offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita
a riprendere il cammino anche a quei suoi figli che sono caduti in un baratro profondo,
la mamma non ha paura di entrare nella loro notte per dare speranza; la Chiesa non
ha paura di entrare nella nostra notte, quando siamo nel buio dell’anima, della coscienza,
per darci speranza! Perché la Chiesa è madre!".
D’altra parte può succedere
che un figlio, diventando adulto, camminando “con le proprie gambe”, sbandi “un poco
nella vita” o prenda “strade che portano verso un burrone", quindi esca “di strada”.
“La mamma - ha detto Papa Francesco - sempre, in ogni situazione, ha la pazienza di
continuare ad accompagnare i figli. Ciò che la spinge – ha proseguito - è la forza
dell’amore; una mamma sa seguire con discrezione, con tenerezza il cammino dei figli
e anche quando sbagliano trova sempre il modo per comprendere, per essere vicina,
per aiutare”.
“Noi - nella mia terra - diciamo che una mamma sa ‘dar la
cara’. Cosa vuol dire, quello? Vuol dire che una mamma sa ‘metterci la faccia’ per
i propri figli, cioè è spinta a difenderli, sempre. Penso alle mamme che soffrono
per i figli in carcere o in situazioni difficili: non si domandano se siano colpevoli
o no, continuano ad amarli e spesso subiscono umiliazioni, ma non hanno paura, non
smettono di donarsi. Le mamme sanno metterci la faccia, per i figli”.
Perché
li hanno accompagnati dal primo momento, insegnando loro a “camminare nella vita”,
facendolo “con tenerezza, con affetto, con amore, sempre”. Sanno cosa sia “importante
perché un figlio cammini bene nella vita”. E, ha aggiunto il Santo Padre, non l’hanno
certo imparato dai libri: “L’università delle mamme - ha ricordato - è il proprio
cuore: lì imparano come portare avanti i figli. E questo è bello!”.
E così
è la Chiesa, che - ha proseguito - “orienta la nostra vita, ci dà degli insegnamenti
per camminare bene”. Pensando ai dieci Comandamenti, Papa Francesco ha spiegato come
ci indichino “una strada da percorrere per maturare, per avere dei punti fermi nel
nostro modo di comportarci”. Essi non sono “un insieme di no” ma sono “frutto
della tenerezza, dell’amore stesso di Dio che ce li ha donati”. L’invito è quindi
a leggerli - “forse li avete un po’ dimenticati”, ha detto il Pontefice - e a pensarli
“in positivo”, perché riguardano il nostro modo di comportarci verso Dio, verso noi
stessi e verso gli altri:
“Ci invitano a non farci idoli materiali che
poi ci rendono schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere rispetto per i genitori, ad
essere onesti, a rispettare l’altro… Provate a vederli così e a considerarli come
se fossero le parole, gli insegnamenti che dà la mamma per andare bene nella vita.
Una mamma non insegna mai ciò che è male, vuole solo il bene dei figli, e così fa
la Chiesa”.
E come una mamma, senza calcolare, sa anche “chiedere, bussare
ad ogni porta per i propri figli,”, “anche e soprattutto alla porta del cuore di Dio”,
pregando per loro, “specialmente per quelli più deboli, per quelli che hanno più bisogno,
per quelli che nella vita hanno preso vie pericolose o sbagliate”, allo stesso modo
fa la Chiesa, che “mette nelle mani del Signore, con la preghiera, tutte le situazioni
dei suoi figli”. Il Papa - facendo cenno alla propria recente visita nella chiesa
di sant’Agostino a Roma e ricordando le preghiere di santa Monica per la conversione
del figlio - ha invitato a confidare “nella forza della preghiera” della Chiesa: “il
Signore non rimane insensibile”, ha assicurato, “sa sempre stupirci quando non ce
l’aspettiamo”:
“Penso a voi, care mamme: quanto pregate per i vostri figli,
senza stancarvi! Continuate a pregare, ad affidare i vostri figli a Dio; Lui ha un
cuore grande! Bussate alla porta del cuore di Dio con la preghiera per i figli”.
Al
termine della catechesi, il Pontefice ha voluto tra l’altro salutare la Delegazione
interministeriale governativa per gli Affari Religiosi della Repubblica Socialista
del Vietnam, oggi presente in Piazza San Pietro.