Filippine: a Zamboanga sacche di resistenza. Guerriglia nega la resa
Nella decima giornata di conflitto a Zamboanga, i militari stanno togliendo ai ribelli
le poche postazioni rimaste in alcuni dei sobborghi costieri dove ancora oppongono
una qualche resistenza. Ammessa la fuga tra gli ostaggi liberati in gran numero martedì
di molti ribelli del Fronte nazionale di liberazione Moro (Mnlf), che hanno abbandonato
divise e armi. Come quelle ritrovate nella palazzina semidistrutta nel quartiere di
Santa Catalina occupata ieri dalle truppe e che si ritiene sia stata il quartier generale
del comandante Habier Malik, alla guida dell’assalto degli indipendentisti, forse
ucciso nei giorni scorsi. Mentre si sentono ancor spari isolati, aerei ed elicotteri
hanno abbandonato il cielo della città, segno che la situazione è in via di miglioramento.
Liberato nella serata di martedì, a poche ore dal rapimento, il capo della polizia
cittadina, portato su un’isola vicina da un gruppo di ribelli con cui stava trattando
la resa e successivamente rilasciato e mostrato insieme ai ribelli che si consegnavano
ai marine governativi. Resta un alto bilancio di vittime, almeno un centinaio, in
maggioranza ribelli, una decina di militari e diversi civili; un’ampia devastazione
nelle aree interessate dai combattimenti e 70.000 sfollati, povera gente che ha perduto
l’abitazione e in molti casi anche la propria fonte di sostentamento. Molte delle
attività commerciali e imprenditoriali restano chiuse, in parte per paura di nuove
tensioni, in parte per la devastazione di molte aree. Incerta la situazione sul terreno,
mentre il portavoce dell’esercito ritiene che non oltre il 20% delle aree inizialmente
occupate siano ancora in mano agli insorti e dopo la resa di altri 23 indipendentisti
ieri sera. Una resa negata dell’Mnlf, che ritiene le informazioni in proposito, come
altre diffuse nei giorni precedenti, “propaganda sui combattimenti e sulle rese” e
i 23 che si sono consegnati ai militari “seguaci del governatore della Regione autonoma
di Mindanao musulmana provenienti da Basilan e travestiti da combattenti”, ha fatto
sapere il movimento attraverso Twitter. (R.P.)