Spagna: le diocesi basche difendono l'insegnamento della religione nelle scuole
“Non si può usare l’educazione religiosa come ostaggio al servizio delle strategie
politiche, ed è inaccettabile che ogni volta che un partito politico arrivi al potere
si cambi il piano educativo secondo la propria ideologia e senza un doveroso consenso
sociale”. Questa dichiarazione è tratta dalla Lettera in difesa dell’insegnamento
della religione firmata congiuntamente dai Delegati all’Insegnamento delle diocesi
di San Sebantiàn, di Bilbao e di Vitoria come risposta all’articolo “Religione tra
i banchi”, scritto dall’ex consigliere di educazione del governo basco, Isabel Celaá,
contro le lezioni di religione nelle scuole pubbliche. Il documento respinge il parere
dell’ex consigliera secondo la quale “i contenuti del programma di educazione religiosa
non sono accademici, bensì una mera catechesi”. In tal senso, i delegati diocesani
di educazione esprimono la loro perplessità perche è stato proprio il Consiglio di
Educazione sotto il suo governo ad approvare e pubblicare il programma. “E’ palese
che la materia di religione rifletta sul fatto religioso cristiano da una prospettiva
confessionale, ma questo non vuole dire che sia una catechesi”, si legge nel testo,
dove si spiega che “mentre la catechesi ha come finalità l’incontro con Dio nella
fede, la lezione di religione approfondisce nella conoscenza e nei contenuti del fatto
religioso e la sua influenza sociale”. Questa è la ragione per cui la materia di religione
cattolica può essere frequentata da non credenti o membri di altre religioni come
“di fatto, accade in non pochi casi”. Nonostante, nel documento si ammette che effettivamente
le iscrizioni al corso di religione sono scese drasticamente dopo la decisione del
Consiglio di Educazione del governo basco di collocare le lezioni fuori dall’orario
scolastico ordinario. Anche se nel luglio del 2012 il Tribunale Supremo ha emesso
una sentenza a favore dei richiami della Chiesa, “l’errore” ha “ferito a morte” la
materia di religione che ha visto una caduta del numero di alunni, da un 24% a un
3%, negli ultimi cinque anni. I delegati diocesani di educazione rammentano che la
Costituzione protegge l’educazione religiosa e morale d’accordo con le proprie convinzioni
senza che lo “Stato laico vada oltre i limiti del suo doveroso servizio alla società
civile facendo passare tutti sotto la stessa lente ideologica, monocolore - non esenta
d’ideologizzazione -, quando la società è plurale”. In conclusione, i delegati diocesani
per l'educazione di San Sebastian, Bilbao e Vitoria rimpiangono che proprio la materia
che si vuole escludere dal sistema educativo sia quella “che contribuisce in maniera
efficacie a una formazione che aiuta le persone a crescere, a comprendere la realtà
e integrarsi nella società al servizio del bene comune". (A cura di Alina Tufani)