2013-09-17 11:26:40

Spagna: le diocesi basche difendono l'insegnamento della religione nelle scuole


“Non si può usare l’educazione religiosa come ostaggio al servizio delle strategie politiche, ed è inaccettabile che ogni volta che un partito politico arrivi al potere si cambi il piano educativo secondo la propria ideologia e senza un doveroso consenso sociale”. Questa dichiarazione è tratta dalla Lettera in difesa dell’insegnamento della religione firmata congiuntamente dai Delegati all’Insegnamento delle diocesi di San Sebantiàn, di Bilbao e di Vitoria come risposta all’articolo “Religione tra i banchi”, scritto dall’ex consigliere di educazione del governo basco, Isabel Celaá, contro le lezioni di religione nelle scuole pubbliche. Il documento respinge il parere dell’ex consigliera secondo la quale “i contenuti del programma di educazione religiosa non sono accademici, bensì una mera catechesi”. In tal senso, i delegati diocesani di educazione esprimono la loro perplessità perche è stato proprio il Consiglio di Educazione sotto il suo governo ad approvare e pubblicare il programma. “E’ palese che la materia di religione rifletta sul fatto religioso cristiano da una prospettiva confessionale, ma questo non vuole dire che sia una catechesi”, si legge nel testo, dove si spiega che “mentre la catechesi ha come finalità l’incontro con Dio nella fede, la lezione di religione approfondisce nella conoscenza e nei contenuti del fatto religioso e la sua influenza sociale”. Questa è la ragione per cui la materia di religione cattolica può essere frequentata da non credenti o membri di altre religioni come “di fatto, accade in non pochi casi”. Nonostante, nel documento si ammette che effettivamente le iscrizioni al corso di religione sono scese drasticamente dopo la decisione del Consiglio di Educazione del governo basco di collocare le lezioni fuori dall’orario scolastico ordinario. Anche se nel luglio del 2012 il Tribunale Supremo ha emesso una sentenza a favore dei richiami della Chiesa, “l’errore” ha “ferito a morte” la materia di religione che ha visto una caduta del numero di alunni, da un 24% a un 3%, negli ultimi cinque anni. I delegati diocesani di educazione rammentano che la Costituzione protegge l’educazione religiosa e morale d’accordo con le proprie convinzioni senza che lo “Stato laico vada oltre i limiti del suo doveroso servizio alla società civile facendo passare tutti sotto la stessa lente ideologica, monocolore - non esenta d’ideologizzazione -, quando la società è plurale”. In conclusione, i delegati diocesani per l'educazione di San Sebastian, Bilbao e Vitoria rimpiangono che proprio la materia che si vuole escludere dal sistema educativo sia quella “che contribuisce in maniera efficacie a una formazione che aiuta le persone a crescere, a comprendere la realtà e integrarsi nella società al servizio del bene comune". (A cura di Alina Tufani)







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