Sabra e Shatila: ancora un anniversario senza giustizia
“A 31 anni da questo terribile episodio, ancora non è fatta giustizia per le vittime
e i loro cari”: con queste parole Saeb Erekat, capo negoziatore e esponente di spicco
dell’Olp ricorda l’anniversario dei massacri di Sabra e Shatila, circa 3000 tra uomini,
donne e bambini uccisi durante 40 ore di violenza sciagurata nei campi profughi palestinesi
alla periferia sud di Beirut nel settembre 1982. “Purtroppo, questo non è stato il
primo o l’ultimo massacro nella storia del popolo palestinese. È nostra responsabilità
e nostro diritto prendere tutte le misure per proteggere la nostra gente, scoraggiare
tali crimini, e cercare responsabilità per i colpevoli sulla base della giustizia
penale internazionale, che è dovere primario di ogni governo” ha detto Erekat, aggiungendo
che “la soluzione al problema dei profughi è una pietra angolare di qualsiasi accordo
nei negoziati di pace”. Il massacro - riferisce l'agenzia Misna - ebbe inizio alle
5 di pomeriggio del 16 settembre del 1982. Israele aveva invaso per la seconda volta
in quattro anni il Libano in preda alla guerra civile dal 1975, nell’ambito dell’operazione
Pace in Galilea. A quei tempi, la capitale libanese ospitava la sede dell’Olp guidata
da Yasser Arafat. Il 14 settembre Bashir Gemayel, leader dei falangisti eletto Presidente
della Repubblica libanese, fu ucciso in un attentato attribuito in seguito ai servizi
segreti siriani. Il 16 settembre i miliziani falangisti penetrarono nei campi di Sabra
e Shatila coadiuvati, come poi accerteranno diverse inchieste, dai militari israeliani
dislocati a Beirut Ovest. L’operazione terminò soltanto due giorni dopo, il 18 settembre
sera, provocando – secondo la Croce Rossa – circa 3000 vittime civili. Ariel Sharon,
allora ministro della difesa di Israele, fu rimosso dall’incarico, ma nominato ministro
senza portafoglio. Nel 2001 fu eletto primo ministro di Israele. Il cristiano maronita
Elie Hobeika, all’epoca comandante delle milizie falangiste, è morto nel gennaio del
2002 in un misterioso attentato. Poco dopo avrebbe dovuto recarsi all’Aja dove avrebbe
annunciato scottanti rivelazioni sul coinvolgimento di Sharon nella strage. Il falangista
Samir Geagea è ancora oggi una delle figure di primo piano della politica libanese.
I responsabili non furono mai giudicati da un tribunale internazionale. (R.P.)