Camerun: i vescovi invitano i politici ad assumersi le proprie responsabilità
Sollecitano il senso “dell’etica e della responsabilità” dei politici e invitano gli
elettori ad assumersi le loro responsabilità i vescovi del Camerun nella lettera pastorale
diffusa in apertura della campagna elettorale. Il 30 settembre circa 5,5 milioni di
aventi diritto saranno chiamati alle urne - riporta l'agenzia Misna - in 22.000 seggi
per eleggere 180 deputati all’Assemblea nazionale e 10.500 consiglieri municipali
in 360 comuni del paese. Nel testo a firma della Conferenza episcopale nazionale del
Camerun (Cenc), i vescovi auspicano “elezioni giuste e trasparenti” che vedano rispettata
“la scelta dei votanti”, mentre dall’organismo elettorale Elections Cameroon (Elecam)
si aspettano “imparzialità affinché i risultati che usciranno dalle urne rispecchino
la volontà del popolo sovrano”. Per quanto riguarda i finanziamenti pubblici ai partiti
– in tutto 1,7 miliardi di franchi cfa (circa 2,6 milioni di euro) – la Cenc lancia
un appello a favore “dell’equità e della giustizia”, in un Paese dove la stragrande
maggioranza della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Alla campagna elettorale,
ufficialmente inaugurata ieri per concludersi il 29 settembre, partecipano 29 formazioni
politiche in lizza per le legislative e 35 che concorrono per le comunali. Il partito
del longevo presidente Paul Biya, al potere da 30 anni, il Raggruppamento democratico
del popolo camerunese (Rdpc), è l’unico ad avere candidati in ogni circoscrizione
elettorale. Da anni l’Rdpc mantiene saldamente il controllo delle principali istituzioni:
nella legislatura uscente ha 153 seggi su 180 in parlamento e governa in 300 comuni
su 360. All’opposizione le principali forze politiche sono l’Unione delle popolazioni
africane (Upa), il Movimento cittadino (Moci) e il Movimento africano per la nuova
indipendenza e la democrazia (Manidem). Per partecipare i candidati hanno pagato una
cauzione di un milione di franchi cfa per le legislative e di 100.000 franchi cfa
per le municipali. Il doppio appuntamento elettorale è stato convocato a sorpresa
con un decreto firmato lo scorso luglio dal presidente Biya, dopo aver prorogato di
tre mesi il mandato di deputati e sindaci. In realtà il voto di fine settembre era
atteso da tempo: i mandati di parlamentari ed eletti locali sono scaduti un anno fa.
Da settimane esponenti politici ma anche media ed osservatori denunciano un processo
non consensuale e temono brogli a favore del partito presidenziale. Nei mesi scorsi
il dibattito politico in Camerun si è focalizzato sull’elezione di un Senato, il primo
nella storia del Paese, nel quale siedono maggioritari i senatori dell’Rdpc. Il presidente
del Senato è Marcel Niat Njifenji, ingegnere originario della Regione occidentale
e membro del partito di Biya, oggi seconda carica dello Stato e possibile delfino
dell’ottantenne Presidente. (R.P.)