2013-09-16 16:15:04

I sacerdoti romani: toccati nel cuore dalle parole del Papa


I sacerdoti della diocesi di Roma hanno accolto con grande emozione e commozione le parole di Papa Francesco, che li ha esortati a svolgere il loro ministero con coraggiosa creatività. Queste alcune testimonianze raccolte da Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

R. - (Padre Julián Ballesta) Sono un prete della diocesi di Roma, missionario in Ecuador; sono di Murcia, Spagna. Il Papa è stato bravissimo, un uomo di cuore, che ama i preti, che ama la gente, che ama il popolo. Stupendo! Ci ha detto delle parole che ci hanno commosso. Ci ha invitato a non essere né di maniche corte né di maniche lunghe. Quindi non con la rigidità di dire “Tu sei nel peccato. Fuori!”; ma neanche dire “Va bene, puoi vivere così…”. No! Accompagnare la gente, dirle dell’amore e della misericordia di Dio, accompagnarla pian piano a uscire anche dal peccato; pian piano, con misericordia e con pazienza.

D. - Cosa ha detto il Santo Padre e quali parole ha rivolto al clero della diocesi di Roma?

R. - (Don Alfio Tirrò, parrocchia San Pio da Pietrelcina). L’insegnamento più bello è che la fatica c’è sempre, ma guardando all’esempio del Signore quella fatica è anche un po’ la prova dell’autenticità del nostro amore per il Signore. Quindi ci ha detto: “Coraggio!”.

R. - (Don Pablo). Ha rivolto parole come quelle che può rivolgere un sacerdote ad un altro sacerdote, anche se è un vescovo, è il Santo Padre. Ha fatto riferimento ad una lettera che gli aveva scritto un sacerdote della diocesi, nella quale si parlava delle fatiche. Ha detto che nella preghiera e nella comunione con gli altri presbiteri, troviamo tanto sollievo a questa fatica. E poi ha risposto ad altre domande che hanno fatto alcuni sacerdoti, domande che riguardavano problemi pastorali, come i divorziati, i conviventi… Problemi legati alla famiglia. E il Papa ha detto che ci sta lavorando, che ci sta lavorando la Chiesa e che vuole trovare una risposta anche a queste situazioni che caratterizzano la nostra società.

R. - (Padre Dario). Ha rivolto, come sempre, parole grandiose. Il fatto di avere una “coraggiosa creatività”, di essere creativi; una creatività che comunque sa in che confida: nella forza del Signore e dello Spirito Santo. Poi ha ribadito tantissimo, la priorità per tutte le parrocchie dell’accoglienza, un’accoglienza cordiale. La parrocchia non deve essere una dogana, la “dogana pastorale”, dove si chiede questo o quell’altro… Ai sacerdoti ha detto di fare memoria del primo amore, perché il primo amore non si scorda mai! L’introduzione è stata molto bella, perché ha parlato della fatica, la “peculiare fatica del cuore”.

D. - A proposito di fatiche, Papa Francesco - proprio per prepararvi a questo incontro - vi ha inviato una lettera che aveva rivolto nel 2008 ai sacerdoti della diocesi di Buenos Aires. E lì ricordava, tra le varie cose, l’importanza di non essere burocrati, di non essere funzionari, ma pastori del popolo. C’è questo rischio oggi, per un sacerdote, di essere un semplice burocrate e purtroppo, per vari motivi, dimenticare invece la parte fondamentale del pastore?

R. - Il rischio è presente, ma bisogna anche aver presente il fatto che uno è stato scelto dal Signore. Si deve tenere presente il fatto di essere pastore e non un burocrate, cioè porre l’attenzione veramente alle persone, a chi si ha di fronte.

D. - Quale eredità avranno nello specifico queste parole nella sua vita parrocchiale? Nella sua comunità come cercherà di tradurle e concretizzarle?

R. - E’ chiaro che sono parole che toccano il cuore, come la Parola di Dio che tocca nel cuore! E quanto uno è toccato nel cuore è chiamato, è chiamato a convertire, è chiamato a cambiare, a cambiarsi.

D. - E’ un amore, quello di Gesù, che rinnova, che rinnova il cuore e la comunità…

R. - Sempre! Perché? Non lo so… Uno potrebbe parlare della Parola di Dio di ieri, che è stata domenica… Ma questo capita nella vita. Capita nella vita di ogni giorno. Quando una persona ti parla al cuore, quella persona non la dimentichi mai.

R. - (Padre Germano, parrocchia di Gesù Divino Salvatore). Il Santo Padre ha parlato della necessità di metterci sempre a confronto con le idee del mondo, con le realtà e con le povertà, perché è così che la Chiesa anche vive. Se rimane chiusa, si può anche ammalare! Ha detto anche che la Chiesa non crolla: è vero che ci sono dei problemi, però la Chiesa è viva, proprio perché è Santa, perché lo Spirito Santo è sempre presente, perché esiste la santità tra i fedeli. Quindi non aver paura, non essere pessimisti. Poi ha parlato della necessità di una pastorale riguardante le famiglie. Si vede che questa è una preoccupazione del Santo Padre.

D. - Quindi temi cruciali, legati anche al discorso dei divorziati… Sono stati toccati temi di questo tipo?

R. - Sì, sì! Ha detto che la Chiesa farà un incontro tra i vescovi proprio per riflettere su questa realtà dei divorziati. Ha parlato anche della necessità che la Chiesa sia più vicina a queste persone. Ha detto che il problema non è soltanto quello di dare o non dare la Comunione, ma anche il lavoro della Chiesa: fino a che punto la Chiesa dovrà impegnarsi per la cura di queste persone. La verità c’è. C’è la verità morale, ma c’è da parte di Dio la pazienza e la misericordia.

D. - Una verità unita alla misericordia…

R. - Sì, si! Altrimenti non sarebbe la verità del Signore.

D. - Cosa ha detto il Santo Padre? Quali parole vi ha rivolto?

R. - (Padre Lorenzo Rossetti). E’ stato un incontro bellissimo, perché il Papa ha cominciato con una meditazione sulla fatica. Ma ci ha incoraggiato molto, anche facendo una lectio biblica… Riparto veramente rinfrancato da questo incontro, perché ci ha confortato, consolato e invitato a continuare a seminare Gesù nel cuore delle persone.

D. - Fra le altre cose, anche a fare memoria del vostro primo amore, a rinnovare questo amore…

R. - Molto bello anche questo! Non avevo mai sentito questa espressione. E lì, il mio pensiero è andato ai miei memoriali, che mi hanno poi portato ad entrare in seminario, a cogliere la vocazione. Il Papa stesso ha ricordato la sua esperienza e quindi alla fine ci ha proprio invitato a pregare per lui il 21 settembre, che è una data importante nella sua vita, nella quale lui stesso ha ricevuto questa vocazione e questa esperienza della misericordia di Dio, che ti sceglie, che ti chiama a essere il testimone di qualcuno che ti ama così come sei!







All the contents on this site are copyrighted ©.