Il Papa: solo con la preghiera e le lacrime si può intravedere il mistero grande della
Croce
Il mistero della Croce è un mistero grande per l’uomo e può essere avvicinato solo
nella preghiera e nelle lacrime: è quanto ha osservato Papa Francesco nella Messa
da lui presieduta a Santa Marta nel giorno in cui la Chiesa celebra la Festa dell’Esaltazione
della Santa Croce. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Nel mistero
della Croce – ha affermato il Papa nell’omelia - troviamo la storia dell’uomo e la
storia di Dio, sintetizzate dai Padri della Chiesa nella comparazione tra l’albero
della conoscenza del bene e del male, nel Paradiso, e l’albero della Croce:
“Quell’albero
aveva fatto tanto male e questo albero ci porta alla salvezza, alla salute. Perdona
quel male. Questo è il percorso della storia dell’uomo: un cammino per trovare Gesù
Cristo Redentore, che dà la sua vita per amore. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio
nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo fosse salvato per mezzo di Lui.
Questo albero della Croce ci salva, tutti noi, dalle conseguenze di quell’altro albero,
dove è incominciato l’autosufficienza, l’orgoglio, la superbia di voler conoscere
- noi - tutto, secondo la nostra mentalità, secondo i nostri criteri, anche secondo
quella presunzione di essere e di diventare gli unici giudici del mondo. Questa è
la storia dell’uomo: da un albero all’altro”.
Nella Croce c’è anche “la
storia di Dio” – ha proseguito Papa Francesco - “perché possiamo dire che Dio ha una
storia”. Infatti, “Lui ha voluto assumere la nostra storia e camminare con noi”: si
è abbassato facendosi uomo, mentre noi volevamo innalzarci, e ha assunto la condizione
di servo, facendosi obbediente fino alla morte di Croce, per rialzarci:
“Dio
fa questo percorso per amore! Non c’è altra spiegazione: soltanto l’amore fa queste
cose. Oggi guardiamo la Croce, storia dell’uomo e storia di Dio. Guardiamo questa
Croce, dove si può saggiare quel miele di aloe, quel miele amaro, quella dolcezza
amara del sacrificio di Gesù. Ma questo mistero è tanto grande e noi da soli non possiamo
guardare bene questo mistero, non tanto per capire - sì, capire… - ma sentire profondamente
la salvezza di questo mistero. Prima di tutto il mistero della Croce. Soltanto si
può capire un pochettino in ginocchio, nella preghiera, ma anche tramite le lacrime:
sono le lacrime quelle che ci avvicinano a questo mistero”.
“Senza piangere,
piangere nel cuore – ha sottolineato il Papa – non si potrà “mai capire questo mistero”.
E’ “il pianto del pentito, il pianto del fratello e della sorella che guardano tante
miserie umane” e le guardano in Gesù, ma “in ginocchio e piangendo” e “mai soli, mai
soli!”:
“Per entrare in questo mistero, che non è un labirinto ma gli assomiglia
un po’, sempre abbiamo bisogno della Madre, della mano della mamma. Che Lei, Maria,
ci faccia sentire quanto grande e quanto umile è questo mistero; quanto dolce come
il miele e quanto amaro come l’aloe. Che sia Lei che ci accompagni in questo cammino,
che non può farlo nessun’altro se non noi stessi. Ognuno deve farlo! Con la mamma,
piangendo e in ginocchio”.