2013-09-14 19:21:11

Accordo Usa-Russia sulle armi chimiche siriane


Russia e Stati Uniti hanno trovato un accordo per il controllo dell’arsenale chimico siriano. Il governo di Damasco deve fornire, entro una settimana, una lista delle proprie armi chimiche. Ma se la diplomazia fallisce – ha detto il presidente americano Barack Obama - gli Stati Uniti e la comunità internazionale devono essere preparati ad agire. Il servizio di Marina Calculli:RealAudioMP3

La via diplomatica sembra averla avuta vinta sulla soluzione militare. Almeno per ora, l’accordo tra Russia e Stati Uniti c’è: un piano in sei punti siglato dal segretario di stato John Kerry e il suo omologo russo Serjei Lavrov che dà al regime di Assad una settimana di tempo per consegnare la lista delle armi chimiche presenti sul territorio siriano. L’arsenale dovrà essere completamente distrutto entro la metà del 2014, e già a novembre un nuovo team di ispettori dell’Onu sarà inviato in Siria. L’accordo, inoltre, sancisce un impegno preciso per portare la questione in Consiglio di Sicurezza perché si adotti una risoluzione al più presto. Il principio della risoluzione prevede già che se ci saranno violazioni dell’accordo da parte di Damasco, uso di armi chimiche sul territorio nazionale o trasferimenti illeciti, scatterà immediatamente il ricorso al Capitolo 7 della Carta dell’Onu sulle minacce alla pace e gli atti di trasgressione delle regole. In quel caso un intervento militare sarebbe automaticamente legittimato. Obama si compiace di aver voluto dare una chance alla diplomazia mentre l’opposizione contesta l’accordo. I ribelli accusano il regime di stare già trasferendo parti del suo arsenale in Libano e in Iraq. Intanto la tensione si riaccende al confine tra Siria e Libano. Tre razzi sono caduti da parte siriana nella valle libanese della Bekka, 30 km a nord da Baalbek, un villaggio in gran parte sostenitore del partito sciita Hezbollah, a sua volta alleato strenuo del regime di Damasco.


Il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso parole durissime sulle responsabilità del governo di Damasco. Inoltre ha detto che Assad dovrà essere processato per crimini contro l’umanità. Sulle conseguenze di queste dichiarazioni per le iniziative diplomatiche in corso Giancalrlo La Vella ha intervistato Maurizio Simoncelli, di Archivio Disarmo:RealAudioMP3

R. - Questo attacco verbale del segretario generale delle Nazioni Unite lascia molto sorpresi. Certamente quello che Assad ha fatto non può essere sottaciuto. Non si capisce però la tempistica. È anche vero che anche da parte delle forze ribelli pare che atti di questo genere ce ne siano stati tanti. Comunque, la comunità internazionale dovrebbe valutare bene la soluzione migliore: non ci troviamo di fronte ad una sfida tra “buoni e cattivi”, ma in una situazione molto più complessa, molto più drammatica, dove purtroppo il prezzo maggiore lo sta pagando la popolazione civile, vittima principale di questa guerra.

Intanto, il dramma della guerra siriana allarga a macchia d’olio l’emergenza umanitaria. Sono circa 500 gli immigrati in fuga sbarcati in Italia nelle ultime 24 ore, a riprova della crescente drammaticità della situazione nel Paese stretto nella morsa del conflitto tra le milizie di Assad, le azioni degli insorti e il rischio di raid americani.







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