Egitto: a Minya gli islamisti trasformano in moschea una chiesa protestante
I Fratelli Musulmani hanno trasformato in moschea una chiesa protestante evangelica
a Monshaat Baddini nella provincia di Samalout (Minya, Alto Egitto). Secondo fonti
locali - riferisce l'agenzia AsiaNews - gli islamisti hanno rimosso tutti gli arredi
sacri, i quadri, le icone e recitato la preghiera speciale per consacrare l'edificio
ad Allah. Sul muro principale della chiesa campeggia la scritta: "moschea dei martiri
e non esiste altro Dio che Allah". Menassa Nesseim, pastore della locale comunità
protestante, racconta a Mcn-direct (Agenzia di stampa cristiana egiziana) che "dal
14 agosto, giorno dell'assalto islamista contro i cristiani, nessuno è riuscito ad
entrare nell'edificio". Egli denuncia l'inerzia delle autorità che hanno accettato
il fatto con indifferenza: "Né la polizia, né le forze armate hanno ispezionato la
chiesa, per espellere gli occupanti abusivi e restituire l'edificio alla comunità
protestante". Per Nesseim i miliziani hanno posto i loro uomini a guardia del complesso.
I cristiani hanno paura ad avvicinarsi. Gli attacchi contro i cristiani egiziani sono
iniziati verso la metà di agosto, dopo lo sgombero dei sit-in dei Fratelli Musulmani
al Cairo e in altre città del Paese. Al momento sono oltre 80 le chiese completamente
distrutte. Al bilancio si aggiungono 162 fra abitazioni e negozi distrutti e la minaccia
quotidiana di subire nuovi assalti e sequestri. A Delga città della provincia di Minya,
gli islamisti hanno creato una sorta di Stato parallelo, trasformando la città in
una enclave islamica in cui vige la sharia. Per sopravvivere i cristiani devono pagare
la "jizya" l'imposta di "compensazione" chiesta dal Corano ai sudditi non-musulmani
"protetti" tuttavia dalla umma islamica. (R.P.)