Il card. Scola: "Niente e nessuno è estraneo ai cristiani!" Lettera pastorale
ai milanesi, nello stile di Francesco
"Qui a Milano ci
siamo resi conto di avere delle parrocchie, dei gruppi e dei movimenti molto vitali
che organizzano numerose iniziative ma rischiano di occuparsi un po' solo di se stessi.
Insomma, invitano poco i nostri fratelli lontani dalla Chiesa, non vanno loro incontro.
Da qui è nata questa lettera pastorale che ribadisce come non ci sia niente e nessuno
che possa o debba essere estraneo ai seguaci di Cristo. Tutto e tutti possiamo incontrare,
a tutto e a tutti siamo invitati". Così, il card. Angelo Scola, arcivescovo
di Milano, presenta la sua nuova Lettera pastorale, intitolata :
"Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all'umano"."Certamente
però Papa Francesco, nei suoi primi sei mesi di pontificato, ha rimarcato in modo
eccezionale questa necessità di uscire, andare incontro agli altri. Perciò noi siamo
molto contenti, nella nostra diocesi, di dare una eco a tutti i gesti che il Papa
sta proponendo in questo senso". "Dicendo che 'Il campo è il mondo' intendiamo
dire che tutti gli aspetti dell'esperienza umana - gli affetti, il lavoro, il riposo
- sono ambiti in cui possiamo, come credenti, dare il nostro contributo e nei quali
nessuno ci è lontano. Il Figlio di Dio si è, infatti, incarnato proprio per accompagnare
gli uomini e le donne nel quotidiano e la Chiesa cerca di dirci come si può vivere
bene in questi tre ambiti. I cristiani debbono perciò far trasparire questo stile
che è una risorsa straordinaria. Ovviamente questo ha delle ricadute sull'edificazione
della società civile anche perché i cristiani possano collaborare, con il resto della
società pluralistica, alla generazione di un nuovo umanesimo ". "Il grande lavoro
che la Chiesa ha fatto dopo il Concilio di abbattere i bastioni e non considerare
più le comunità cristiane come delle cittadelle - spiega ancora il porporato - è stato
in parte realizzato. Ma abbiamo ancora dei bastioni mentali come una certa concezione
di chi è 'lontano dalla Chiesa', così come la sensibilità sulla giustizia sociale
che va giocata di più nelle famiglie, nei condomini, nei quartieri, nelle università,
negli ambienti di lavoro, in quelli dell'economia, percorrendo l'Evangelo dell'umano".
"Altrimenti rischiamo di sradicare Dio dalla nostra vita quotidiana, incorrendo in
un 'ateismo anonimo', di massa, non scelto consapevolmente". "Anche la politica,
- conclude Scola - senza una forte visione ideale, non ha respiro e non convince il
popolo. E la delusione del popolo può assumere anche toni pericolosi". (A cura
di Fabio Colagrande)