2013-09-11 15:05:05

Ue: 6 milioni di giovani disoccupati, lanciato piano da 30 miliardi di euro


Dall'inizio della crisi “è stato fatto molto” nella Ue, ma “la crisi non è finita”. E’ quanto afferma il presidente della Commissione, Manuel Barroso, nel suo discorso sullo stato dell'Unione davanti alla plenaria del parlamento europeo. Barroso chiede di accelerare le riforme strutturali e annuncia una bozza di lavoro per "una vera unione politica dell'Europa". Barroso parla di disoccupazione "economicamente e politicamente insostenibile e socialmente inaccettabile". E proprio ieri al Parlamento europeo si è votata la risoluzione per la “Lotta alla disoccupazione giovanile”.
Fausta Speranza ha intervistato la relatrice del provvedimento, la vicepresidente dell’europarlamento, Roberta Angelilli:RealAudioMP3

R. – Il parlamento europeo chiede agli Stati membri ed alla Commissione di agire in fretta, dando priorità ben precise: la formazione di qualità, legata al mondo del lavoro e delle imprese, la promozione dell’imprenditorialità giovanile - attraverso l’accesso al credito, attraverso le start up – proprio per premiare i talenti e le buone idee. Poi, un utilizzo più serio e concreto dei fondi comunitari, innanzitutto quelli dell’attuale programmazione che ancora non sono stati spesi. Poi, a partire dal primo gennaio 2014, i circa otto miliardi di euro destinati proprio ai giovani, alla formazione ed al lavoro. In ultimo, la riduzione del cuneo fiscale, cioè le tasse sul lavoro, l’incentivazione dell’assunzione dei giovani all’interno delle imprese e soprattutto delle piccole e medie imprese (Pmi).

D. – Qual è il quadro dell’Europa? Le situazioni non sono tutte uguali nei vari Paesi. Ci può dare qualche cifra?

R. – La situazione dei giovani è seria. All’interno dell’Unione Europea, abbiamo quasi sei milioni di giovani sotto 25 anni senza lavoro e ci sono sette milioni e mezzo di giovani che non studiano e non lavorano. Quindi, sono cifre veramente spaventose. A questi giovani noi dobbiamo non soltanto garantire un lavoro ma dobbiamo investire sul loro futuro, perché sono il futuro dell’Europa. Le istituzioni quindi devono mettere in atto azioni concrete a partire dai fondi comunitari, a partire dai finanziamenti della Banca Europea per gli investimenti che – voglio ricordare – ha messo a disposizione 60 miliardi di euro proprio per le piccole e medie imprese, per le grandi opere, le infrastrutture. Tutte azioni che possono ridare ossigeno all’economia, riattivare un circuito virtuoso e quindi creare posti di lavoro per i giovani, ma anche per tutti i cittadini di tutte le età. Non dobbiamo infatti dimenticare l’emergenza delle persone che hanno 45-50 anni e che sono state di fatto espulse con la crisi dal mondo del lavoro.

D. – “Molto è stato fatto” ha detto Barroso, ma la crisi non è finita. È il momento di fare quelle riforme strutturali che sono state in qualche modo abbozzate?

R. – Per riforme strutturali – quindi un’Europa più efficiente, più competitiva – bisogna cercare di ridurre i costi dell’energia che pesano tantissimo sia sulla bolletta energetica delle imprese, sia su quella delle famiglie: l’energia in Europa costa dal doppio al triplo rispetto agli Stati Uniti. Questa è una situazione inaccettabile, perché le imprese perdono di competitività. Stamattina, Barroso ha detto soprattutto: “Lanciamo un grande piano per il rilancio industriale, per le Pmi, per il manifatturiero”, proprio perché dobbiamo tornare ad avere un’industria forte e competitiva che è l’unica ricetta per creare nuovi posti di lavoro e per mantenere quelli attuali.

Ultimo aggiornamento: 12 settembre







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