Siria: la Russia consegna il suo piano sulle armi chimiche
La Russia ha consegnato agli Usa il suo piano per mettere in atto l'iniziativa di
introdurre il controllo internazionale sulle armi chimiche siriane. La comunità internazionale
tenta, dunque, la strada della diplomazia. Dopo il sì del presidente siriano Assad
al piano russo, è infatti arrivato anche quello del presidente degli Stati Uniti,
Barack Obama. E si attende l’incontro a Ginevra in programma per oggi tra il ministro
degli esteri russo Serghei Lavrov, e il segretario di Stato Usa, John Kerry. Il servizio
di Debora Donnini:
Obama ha chiesto
alla nazione di rinviare il voto sull’uso della forza in Siria per verificare i segnali
che arrivano dal fronte diplomatico ma avverte che gli Stati Uniti devono essere pronti
a reagire all’attacco chimico perpetrato dal regime. Si cerca quindi di agire per
via diplomatica con la proposta russa, che prevede la consegna da parte di Assad dell’arsenale
chimico. Gli ambasciatori dei 5 Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza
dell’Onu si sono incontrati ieri al Palazzo di Vetro per esaminare il testo e trovare
un'intesa sul documento con cui fare propria al Consiglio di Sicurezza la proposta
russa. La Francia ha intanto messo a punto una bozza di risoluzione da sottoporre
al Consiglio di sicurezza dell’Onu che stabilisce in 15 giorni il tempo massimo per
la Siria per consegnare un elenco completo del suo arsenale chimico e biologico. E’
arrivata poi oggi la denuncia del rapporto della Commissione d’inchiesta Onu secondo
il quale le denunce arrivate sull’uso di armi chimiche riguardano prevalentemente
le forze governative ma non è possibile giungere ad una conclusione su chi le abbia
usate. Il rapporto accusa i lealisti di aver massacrato e torturato civili e commesso
altri crimini di guerra e i ribelli di aver compiuto da parte loro esecuzioni sommarie,
sequestri e bombardamenti di quartieri residenziali. Sempre oggi in Italia la Camera
ha approvato la mozione di maggioranza sulla Siria che impegna il governo, tra l'altro,
a favorire ''una soluzione politica'' al conflitto siriano, a escludere ''la partecipazione''
dell'Italia ''ad interventi militari senza l’Onu e ''a neutralizzare l'arsenale chimico
siriano''.